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Cronaca

L'agriturismo apre per protesta a pranzo e a cena: denuncia per la titolare e multati 58 clienti

Una protesta che la ristoratrice ha deciso di portare avanti, ma nel locale sono arrivati anche i carabinieri

Sono fioccate multe e denunce in occasione della protesta "Io apro",  portata avanti dai ristoratori con un appello sui social e condivisa in tutta Italia. La maggior parte degli imprenditori hanno scelto la via di una forma di dissenso simbolica, come il flash mob di venerdì scorso organizzato in diverse zone della Romagna. Ma c'è anche chi ha deciso di violare il Dpcm che consente solo asporto e consegna a domicilio, aprendo le porte ai clienti che hanno riassaporato il piacere di sedersi a tavola. E' il caso di un agriturismo di Montiano, gestito da una 49enne riminese, che ha scelto la strada più intransigente della protesta. Sabato sera tavoli apparecchiati per 30 clienti, domenica a pranzo stesso copione, con 28 commensali. Nel locale però si sono presentati anche i carabinieri di Gambettola, che hanno sanzionato i clienti per la violazione del divieto di spostamento dal comune di residenza. Per la titolare, invece una denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità "per essersi rifiutata di interrompere l'attività, quando in occasione del primo controllo, le è stata intimata la chiusura".

E' la stessa titolare che puntualizza di "non aver ancora ricevuto la notifica di sanzioni" a spiegare le ragioni della protesta e il messaggio che gli aderenti vogliono veicolare. "E' stata una protesta per la sopravvivenza. Vogliamo sopravvivere e queste misure stanno costringendo molti a chiudere le attività. E' una situazione drammatica ad esempio per un locale come il mio, che ho aperto con tanti sforzi solo due anni fa". L'agriturismo non accoglieva i clienti, nel rispetto della normativa, da ottobre: "Nel periodo natalizio ci aspettavamo una boccata d'ossigeno che non c'è stata, molti locali non riescono più a sostenere le spese correnti".

Dai clienti, spiega la titolare dell'agriturismo "è arrivata tanta solidarietà e aiuto concreto. Hanno aderito consapevolmente all'iniziativa sapendo a quello che andavano incontro.  Serviva una protesta forte per smuovere la situazione - sottolinea - le iniziative simboliche servono a poco". Poi sottolinea il tatto delle forze dell'ordine: "Hanno fatto solo il loro dovere". 

"Il rammarico è che si può lavorare in sicurezza, soprattutto in una struttura come la mia, con i tavoli distanziati di un metro e dieci e massimo 4 persone a tavolo. La speranza è che qualcosa possa cambiare".

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