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Cronaca

Quirinale, una "cinquina" di riminesi al voto. Tra i papabili il cittadino onorario Andrea Riccardi

Il nome dell'ex ministro, cresciuto a Rimini, indicato pubblicamente dal segretario del Pd Enrico Letta nello stretto elenco dei candidati ideali

Una “cinquina” di riminesi chiamati al voto e un romano “riminese nel cuore” finito nella lista dei “papabili” per il ruolo di Presidente della Repubblica. Inizia questo lunedì (24 gennaio) la maratona che dovrà portare al nome del nuovo Capo dello Stato pronto a salire al Quirinale. Antonio Barboni (Forza Italia), Elena Raffaelli (Lega), Marco Croatti (Movimento 5 Stelle), Giulia Sarti (Movimento 5 Stelle) rappresentano il poker di parlamentari che dalla Riviera scendono a Roma per il voto. A loro va aggiunta la presidente del consiglio regionale Emma Petitti (Pd) che entra nel valzer delle votazioni dopo la nomina tra i delegati.

Sono ore di grande fermento nella Capitale. E se Antonio Barboni ed Elena Raffaelli avrebbero appoggiato il nome di Silvio Berlusconi, il ritiro della candidatura mette il centrodestra nella condizione di dover cercare larghe intese all’interno del parlamento navigando un po' a vista. Tra i tanti nomi circolati nelleultime ore, ci ha pensato il segretario del Pd Enrico Letta (che a Matteo Salvini propone una candidatura super partes), a Che tempo che fa a nominare l’ex ministro Andrea Riccardi nello stretto elenco dei “nomi ideali”.

Andrea Riccardi trova solide radici nel Riminese e non solo perché è cittadino onorario del capoluogo. Fu l’allora sindaco Alberto Ravaioli, nel 2000, a concedergli l’importante riconoscimento. Difficile che Riccardi diventerà il nome che unirà i partiti, ma intanto è piombato con forza sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. Romano, 72 anni, docente di Storia contemporanea e studioso della Chiesa cattolica, Riccardi è stato anche ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione nel Governo Monti, dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013, e dal 22 marzo 2015 è presidente della Società Dante Alighieri. Riccardi ha vissuto per tanti anni a Rimini e spesso torna nella città dove è cresciuto.

"Già allora Rimini era una città moderna – così Riccardi ricordava Rimini durante la cittadinanza onoraria - in un tessuto nazionale che non era tale. Non moderna solo per il bambino che ero e si vedeva crescere di fronte alla casa dove abitava un grattacielo, il che mi stupiva. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Rimini era una città moderna per la sua cultura del lavoro, per il senso del rischio che si coglieva nella vita: almeno tali erano i frammenti della vita che percepiva un ragazzo ogni giorno e nel mondo familiare, quello di un figlio del direttore di una banca, che sentiva parlare della vita economica riminese”:

La sua formazione e la sua attività nel campo sociale sono figlie dell'humus cattolico negli anni del post-Concilio, quando la conoscenza del mondo della povertà e marginalità nelle borgate romane lo portò a fondare quella Comunità di Sant'Egidio, che oggi è diffusa il 70 Paesi e che opera in un ventaglio di settori, dall'aiuto ai poveri, agli anziani, ai senzatetto, ai profughi e agli immigrati - tra le prerogative della Comunità il lancio dei "corridoi umanitari" -, fino alle mediazioni diplomatiche internazionali per la risoluzione dei conflitti, specie nelle aree più disagiate del pianeta.

Intanto mentre la domenica si è consumata tra mosse tattiche, incontri e telefonate, è possibile che si vada verso un primo scrutinio in bianco.

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