rotate-mobile
Cronaca Viserba

La rabbia di amici e parenti della 18enne investita: "La morte di Farah si poteva evitare"

Il vicino di casa della diciottenne travolta lungo via Grazia Verenin: "Sette anni fa una raccolta firme, nessuno ci ha dato ascolto"

Nel febbraio del 2014, sette anni fa, i vicini di casa di Farah Sfar Hancha avevano avviato una raccolta firme tra i residenti della zona per chiedere interventi urgenti per la messa in sicurezza di quella strada maledetta. Un appello rimasto inascoltato. E ora i residenti di Viserbella gridano “giustizia per Farah”.

Sono in tanti, nonostante la fitta pioggia, al ritrovo di mercoledì pomeriggio lungo la via Grazia Verenin. L'appuntamento, nel buio rettilineo alberato e senza marciapiedi, è proprio nel luogo dove è avvenuto il tragico incidente: quella sera la diciottenne di origini tunisine, studentessa modello dell'istituto Einaudi di Rimini, si stava recando a scuola guida. Tra pochi giorni avrebbe sostenuto l'esame per prendere la patente e non dover così più percorrere quel pericoloso rettilineo di via Verenin. Invece il destino è stato crudele: l'impatto con l'auto fuori controllo mentre si stava recando a prendere il bus, lo sbalzo e il disperato intervento dei soccorsi. La morte all'ospedale Bufalini di Cesena.

Una fiaccolata a Viserbella nel ricordo di Farah

Ci sono tristezza ma anche molta rabbia sui volti dei residenti di Viserbella, dei compagni di classe dell'Einaudi e degli amici di sempre. Almeno duecento persone pronte a scendere in strada. “Perchè questa tragedia si poteva evitare”, dicono tutti. Gli insegnanti di Farah si presentano con degli striscioni commemorativi: “Speriamo che sia l'ultima vittima” si legge a caratteri cubitali. Mohamed, vicino di casa della famiglia Sfar Hancha, ha gli occhi lucidi e continua a ripetere che un incidente del genere era lungo la via Verenin inevitabile: “Purtroppo in sette anni nessuno ci ha mai dato ascolto, ho visto Farah crescere ed è una morte ingiusta. Perché abbiamo sempre avuto paura per quel tratto di strada, i miei figli non frequentano più il dopo scuola proprio per evitare di farli rincasare a piedi. C'era stata anche la raccolta firme”.

I residenti di via Lotti e di tutta Viserbella chiedono un intervento immediato. La mamma di Farah viene sorretta a fatica dal figlioletto, di soli sette anni, che continua a ripetere incredulo davanti alle telecamere della tv “torna Farah. Torna. Farah non è morta”. I compagni di scuola sono attoniti. Gli insegnanti dell'Einaudi ricordano l'allieva come una ragazza modello, che sognava di fare l'infermiera e che grazie ai suoi buoni voti avrebbe avuto un futuro radioso. Il papà della vittima, che di mestiere fa il pescatore, non ha avuto la forza per unirsi assieme al resto della comunità. La signora Carmen, che si è adoperata per organizzare la fiaccolata, chiede giustizia: “Nessun dosso, nessun marciapiede, un rettilineo buio. Non si può attendere nemmeno un secondo: il sindaco e l'amministrazione facciano gli interventi necessari. Anche se ormai è troppo tardi, qualcuno deve pagare”. Sul lungo mare, all'arrivo della fiaccolata, soffia il vento e inizia a piovere forte. I volti degli intervenuti sono nascosti sotto le mascherine, i cappucci e i cappellini. In silenzio tutti rincasano con lo stesso pensiero: “Si poteva evitare”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La rabbia di amici e parenti della 18enne investita: "La morte di Farah si poteva evitare"

RiminiToday è in caricamento