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Cronaca

Ragazzi e gestione delle conseguenze da covid: via al progetto di "Crescita a distanza"

La family coach riccionese Nan Coosemans: "Aiutiamo i giovani a vedere nuovamente il proprio futuro, per farlo bisogna individuare un risultato da raggiungere"

Come vivono i ragazzi le conseguenze di quello che ha provocato la pandemia, a partire dalla necessità di dover organizzare per le scuole la didattica a distanza? Moltissimi giovani sono provati e stanno emergendo differenti problematiche nel gestire emozioni e ritrovare nuovi stimoli. A intervenire sul tema con nuovo progetto concreto e propositivo è la family coach riccionese Nan Coosemans. "I ragazzi sono provati, molti di loro dichiarano di sentirsi privi di stimoli, apatici, talvolta in preda all’ansia causata dalla mancanza di prospettive certe per il futuro - afferma Nan Coosemans - La scuola non rappresenta solo un’istituzione insostituibile per gettare le fondamenta del proprio il futuro, ma anche il luogo di aggregazione per eccellenza in cui ci si incontra, ci si confronta, si cresce insieme", spiega Nan Coosemans.

La family coach da vent'anni lavora mondo dello sviluppo personale a contatto con bambini e adolescenti, aiutandoli nel percorso di crescita personale, autrice del libro ‘Quello che i ragazzi non dicono’ (Sperling & Kupfer) nonché fondatrice di Younite, azienda di formazione per le famiglie e adolescenti, e di Yada, una scuola di formazione per chi desidera diventare Youth Trainer o Family Coach.

Proprio per arginare l'insorgere di stati ansiosi fra i ragazzi e aiutarli a riguadagnare fiducia nel futuro, stimolandoli al contempo a visualizzare nuove prospettive, Younite ha lanciato CAD (Crescita a distanza), un programma dedicato ai ragazzi fra i 10 e i 18 anni, alle scuole e alle famiglie che desiderino affiancare i figli in questo percorso. Durante gli incontri, che si svolgono on line una volta a settimana per la durata di un’ora (ogni ciclo prevede 4 incontri), i coach di Younite lavorano sulla gestione delle conseguenze del Covid, sull’identità, l’autostima, le emozioni, oltre alla definizione di obiettivi e alla gestione del tempo. "Insieme ai trainer con cui collaboro ci è venuto spontaneo chiederci cosa potessimo fare di concreto per sopperire alla mancanza di soluzioni fornite dalle istituzioni, che né durante il primo lockdown né durante il secondo hanno saputo adottare misure idonee ad assicurare un minimo di continuità delle attività non solo scolastiche, ma anche sportive e sociali, indispensabili nel percorso di crescita e di sviluppo personale ed emotivo dei ragazzi -, prosegue Coosemans, che spiega anche come la genesi del programma – L’unica idea che ci sembrava sensata era quella di ripercorrere la strada che seguiamo da oltre vent’anni: coinvolgere i ragazzi con un’azione di dialogo aperta e attiva, farli sentire liberi di spiegare cosa sentono, cosa desiderano e cosa gli manca, e infine mettere in pratica una serie di azioni concrete per raggiungere alcuni obiettivi prestabiliti e individuati insieme a loro".

I ragazzi sono divisi in base all’età, dai 10 ai 12 anni, dai 13 ai 14 e dai 15 ai 18, in gruppi di massimo 10 e possono contare sul supporto di un gruppo Whatsapp dedicato. Vengono guidati dai trainer che, durante ogni incontro, verificano anche l’avanzamento del lavoro fatto e dei progressi raggiunti. I ragazzi dai 10-12 anni ad esempio lavorano su un piccolo obiettivo e sulla decodifica delle emozioni legate al raggiungimento dello stesso. Ogni settimana il coach affida loro una ‘sfida’ da fare insieme ai genitori, denominata ‘powermove’, che consiste ad esempio nell’offrire un aiuto concreto, come fare la spesa o inviare una cartolina o portare fiori, a persone sole a causa della pandemia, magari il vicino di casa anziano o un conoscente in difficoltà. "L’obiettivo è quello di creare in loro la sensazione di contribuire, ergo di individuare all’interno del proprio io uno scopo e di accrescere gratitudine e austostima", spiega la Family Coach. I ragazzi di 13-14 anni si esercitano sulla (ri)scoperta della loro passione e della loro identità, ancor più importante in questo periodo di stop forzato dal proprio sport preferito, o di impossibilità di praticare altre attività come andare a ballare o mangiare una pizza con i compagni di scuola. Anche in questo caso ai ragazzi viene proposto un obiettivo da raggiungere attraverso varie sfide da portare a termine tra un incontro e l’altro. "I ragazzi vengono aiutati a creare un piano personale per dare una svolta alla loro giornata, svuotata degli impegni di un tempo, e a definire nuovi obiettivi da perseguire nel breve termine". Il gruppo dai 15 ai 18 è quello che presenta maggiori difficolta poiché i ragazzi devono gestire la dad e il cambiamento in generale di una serie di abitudini ormai consolidate e fondamentali legate alla vita scolastica e sociale, allo sport, alle relazioni. "I ragazzi di questa fascia di età lavorano direttamente con me. Ho creato il Youth Leadership program che ha come obiettivo quello di sviluppare la leadership personale, comprendere a fondo la sfera emozionale, sviluppare le proprie capacità e i propri talenti, così come il raggiungimento di alcuni obiettivi precisi e definiti e infine la gestione del tempo, una delle skills più richieste tra gli adolescenti. La soddisfazione più grande è quella di vedere i ragazzi riprendersi la voglia di fare anche con tutte le limitazioni in vigore", aggiunge la Coach.

"Quello che ci sta a cuore è aiutare i ragazzi a continuare a crescere, sperare nel futuro e non perdere di vista i propri obiettivi: per questo siamo disponibili e vogliamo offrire il nostro aiuto alle scuole che desiderassero aderire e coinvolgere sia gli studenti che le famiglie", conclude Coosemans.

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