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Cronaca

Ragazzino aggredito e rapinato in pieno giorno, il padre: "Mio figlio ha paura ad uscire di casa"

Individuati i cinque autori del pestaggio, tutti minorenni, avvenuto nel sottopasso pedonale del grattacielo di Rimini, "Mi auguro che i giudici facciano il loro dovere"

Sono stati individuati e fermati i 5 minorenni, 3 dei quali autori materiali del pestaggio, che venerdì scorso hanno aggredito un 13enne nel sottopasso del grattacielo di Rimini per rapinarlo del telefonino e della catenina d'oro. Si tratta di giovani stranieri e, adesso, il trio che ha picchiato il giovanissimo dovrà vedersela coi giudici del Tribunale dei Minori di Bologna. Un'aggressione efferata con la banda che ha infierito sulla vittima anche quando si trovava a terra tanto da dover poi ricorrere alle cure del pronto soccorso e, a distanza di 4 giorni, è ancora dolorante. "Mio figlio ha male alla caviglia - spiega il padre del 13enne infuriato per quanto accaduto al ragazzino - ma questo è il meno. Adesso è terrorizzato ad uscire di casa da solo e, soprattutto, a rifare la strada dove è stato aggredito. Per quanto possibile, lo devo accompagnare sempre io se vuole andare a trovare gli amici al mare. Ha vissuto un vero e proprio incubo e spero si possa riprendere presto da questo trauma. Io sono di origini albanesi e vivo a Rimini da 25 anni ma, in tutto questo tempo, non ho mai visto peggiorare la città così come in questo periodo. Quando vado a lavorare, la mattina all'alba, vedo ancora orde di giovani e giovanissimi ubriachi in giro dopo che hanno fatto danni per tutta la notte". 

Cosa direbbe ai genitori dei ragazzini che hanno aggredito suo figlio?
Un figlio viene su in base a come lo si educa. Anche io sono straniero ma, non per questo, non ho educato il mio. Spero capiscano che hanno sbagliato a tirare su i loro che, a 16 o 17 anni, non hanno di meglio da fare che rapinare i ragazzini in pieno giorno per pochi euro. Il vero danno non è stato tanto quello economico quanto le conseguenze psicologiche su mio figlio. Ai genitori degli aggressori, stranieri come me, direi che io sono venuto in Italia per lavorare e far crescere la mia famiglia con dei valori. Morirei io per primo se dovessi venire a sapere che mio figlio si comporta in questa maniera.

Cosa direbbe, invece, al giudice del Tribunale dei Minori che deve giudicare gli aggressori?
Mio figlio, anche se ha solo 13 anni, a volte viene con me sul lavoro. Ho voluto questo per fargli capire i sacrifici che si devono fare e che non è tutto dovuto. Chi lo ha picchiato e rapinato ha 16 e 17 anni, a quell'età dovrebbero lavorare se vogliono togliersi degli sfizi. Mi auguro che il giudice usi nei loro confronti la mano pesante altrimenti la prossima volta faranno di peggio. Proprio per questo, attraverso l'avvocato Lorenzo Manfroni, ci costituiamo parte civile.

Cosa pensa delle baby gang?
Questa parola viene usata troppo spesso e con una connotazione che, in qualche modo, giustifica questi ragazzini. In realtà, seppur giovani, hanno già un'indole criminale e non sono da giustificare. Quello che più mi preoccupa è il fatto che, adesso, la gente ha paura a girare anche in pieno giorno perchè ci sono degli sconsiderati in giro che non hanno remore a commettere reati anche sotto la luce del sole.

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