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Cronaca

Rapita insieme al figlio e fatta prostituire a Rimini, giallo sulla scomparsa

Inquietante vicenda scoperta dalla polizia di Stato che sta vagliando la posizione di tre individui scoperti insieme alla donna in seguito a un banale incidente stradale

Inquietante giallo tra Rimini e Città di Castello dove, stando a quanto emerso, una donna 25enne di origini nomadi era stata rapita insieme al figlio per poi essere portata in una roulotte della città romagnola per farla prostituire. Secondo quanto trapelato dal Commissariato della città umbra, la donna e il bambino, di 3 anni, sarebbero stati portati via da tre uomini e accompagnati a Rimini per essere tenuti in una roulotte con l'intento di far prostituire la donna.

La vicenda è iniziata nella mattinata di martedì quando l'Ufficio Denunce del Commissariato di Città di Castello ha ricevuto un esposto, da parte della nonna della 25enne, in merito al presunto duplice sequestro. La donna e il bambino, secondo quanto dichiarato dall'anziana che aveva presentato la denuncia, potevano presumibilmente trovarsi nella zona tra Rimini e Riccione. L'autore del sequestro sarebbe stato l'ex compagno della 25enne che, nonostante il rapporto morboso con la ragazza, non esitava a farla prostituire.

Si è quindi mossa la macchina degli inquirenti che, dopo una serie di accertamenti, avevano individuato il luogo dove i due sequestrati potevano essere nascosti. L'intervento degli agenti, tuttavia, aveva dato esito negativo ma le indagini erano proseguite fino a quando, per un caso fortuito, i due scomparsi sono stati rintracciati.

Nel tardo pomeriggio, infatti, l'auto sulla quale viaggiavano la donna con il figlio è rimasta coinvolta in un incidente stradale a Rimini ma, all'arrivo delle forze dell'ordine per rilevare il sinistro l'uomo che si trovava alla guida, e presunto responsabile del sequestro, è fuggito facendo perdere le proprie tracce. La donna rapita, dopo essere stata medicata in ospedale, è stata condotta in Questura dove avrebbe confermato che il sequestro era finalizzato all'attività di prostituzione e ha raccontato che era stata segregata per qualche giorno all'interno di una roulotte, dalla quale poteva uscire solo per prostituirsi.

Gli investigatori sono riusciti a individuare tre dei quattro presunti responsabili, tra cui due donne nomadi, note ai poliziotti di Città di Castello, che si sarebbero occupate della "prigionia" della donna rapita e di suo figlio. I tre sono stati denunciati per sequestro di persona, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e lesioni. In tarda serata la donna sequestrata e suo figlio sono stati riportati a Città di Castello dove hanno potuto riabbracciare i parenti.

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