Revocano il mandato di cattura ma lui si era già impiccato nella cella
Ha dell'incredibile la vicenda che ha visto un cittadino albanese arrestato dalla polizia di Stato e che ha tentato il gesto estremo dopo 3 giorni di carcere
Ha dell'incredibile la vicenda che ha visto un cittadino albanese 37enne arrestato dalla Squadra mobile di Rimini per un mandato di cattura internazionale e che ha tentato di togliersi la vita in cella dopo 3 giorni di carcere. Le accuse, infatti, all'indomani del gesto estremo sono state ritirate e di fatto l'uomo è adesso un libero cittadino. Una storia surreale che, solo per un soffio, non si è trasformata in tragedia con la morte del 37enne che è stato salvato in extremis dai sanitari del "Bufalini" di Cesena. Secondo quanto ricostruito, nei confronti dell'uomo attualmente difeso dall'avvocato Giuliano Renzi, era stato spiccato un mandato di cattura internazionale dalla Grecia coi giudici che lo avevano ritenuto colpevole di un omicidio a sangue freddo nel 2014. Lo scorso sabato il 37enne, che si era rifatto una vita a Rimini, era stato rintracciato dal personale della Squadra mobile che lo aveva arrestato e portato nel carcere dei "Casetti". Lunedì l'uomo sarebbe dovuto comparire davanti ai giudici della Corte d'Appello di Bologna per la convalida del fermo e la decisione sull'eventuale estradizione ma, nella prima mattinata, il detenuto si era impiccato alle sbarre della cella. Soccorso dagli agenti della Penitenziaria, che lo avevano rianimato sul posto, l'uomo era stato poi trasferito d'urgenza nel nosocomio cesenate dove però le sue condizioni erano sensibilmente migliorate tanto da non essere più in pericolo di vita.