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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Riapertura scuola il 7 gennaio, Emilia-Romagna regione a rischio

Tra le ipotesi al vaglio, dato l’andamento dei numeri della pandemia, ci sarebbe la possibilità che solo quelle in giallo vedranno tornare gli studenti sui banchi

Il premier Giuseppe Conte tira dritto: la scuola riaprirà il 7 gennaio, con la presenza al 50% degli studenti delle superiori. Sebbene molto lavoro sia stato fatto, dai tavoli con i prefetti alle riunioni con le Regioni, concertazione con i sindacati, il fronte degli scettici cresce, anche all’interno della stessa maggioranza. Il problema della riapertura delle scuole è stato al centro dell’incontro tra governo e presidenti di Regione per lo studio di un provvedimento ponte tra il 7 e il 15 gennaio. Tra le ipotesi al vaglio, dato l’andamento dei numeri della pandemia, ci sarebbe la possibilità per le regioni che il 7 gennaio avranno il colore giallo di riaprire le loro scuole superiori in presenza al 50 per cento. Le regioni in arancione, no. Le Regioni che resterebbero fuori, sarebbero: Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, l’Emilia Romagna, le Marche e la Calabria. A queste si aggiungono anche Campania e Puglia che hanno già intenzione di posticipare l’apertura emanando un proprio calendario regionale. Mentre l’Emilia Romagna, sebbene regione a rischio, si dice pronta a far ripartire gli studenti in presenza già dal 7.

Ci sarebbe, invece, condivisione sulla proposta di rivedere al ribasso le soglie di Rt per entrare nella fascia arancione e rossa, ma non sulle proposte del ministro della Salute, Roberto Speranza, relative  alle restrizioni nei weekend. Tra le argomentazioni sollevate dalle regioni contrarie  alla riapertura delle scuole, il fatto che non sarebbe razionale riaprirle il prossimo 7 ed 8 gennaio per poi rischiare di richiuderle  nelle molte regioni che tra venerdì e sabato potrebbero essere  dichiarate arancioni, se non rosse.

"Sulla riapertura delle scuole il governo ci riconvochi" ha detto il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini che ha poi ribadito che "Se c'è preoccupazione diffusa nel Paese che questa possa comportare ancora un rischio, alla luce dei numeri che ci sono, eventualmente ci si ritrova e si discute. E capiamo anche il governo cosa ritiene, visto che ho sentito anche voci che provengono da esperti che il governo utilizza per prendere decisioni che poi riguardano la parte scientifica".

Nel frattempo arriva l’appello ai governatori regionali dei 140mila firmatari della petizione Unsic. "Mentre all’estero tengono le scuole chiuse, in Italia, con il primato di decessi per Covid e l’aumento di ricoveri e terapie intensive, s’intende riaprirle, tra l’altro accrescendo i disagi con le turnazioni”. L’Unsic, forte delle oltre 140mila adesioni alla propria petizione per rinviare l’apertura delle scuole in presenza, considerata l’inamovibilità sul punto della coppia Azzolina-Conte, lancia un appello ai governatori regionali e al Pd, quale partito di governo, affinché facciano propria l’istanza di un numero rilevante di docenti, studenti, genitori e personale scolastico.

“La didattica a distanza, pur con i suoi limiti, ha garantito continuità d’insegnamento" spiegano dall’Ufficio comunicazione dell’Unsic. “Riaprire equivale alla certezza di ricominciare con tamponi, contagi, quarantene, sanificazioni, discontinuità didattica, ricreazione chiusi in classe e un clima generalizzato di ansia e preoccupazione. Tutto ciò accentuato dalle prime influenze stagionali e dalla consapevolezza che basterebbe qualche altra settimana per riaprire in una condizione resa migliore dalla crescita delle vaccinazioni e dai primi farmaci monoclonali. I problemi saranno accresciuti dalle turnazioni, che appesantiscono il lavoro e l’esistenza stessa dei docenti, ma inficiano anche il tempo per i compiti, le attività pomeridiane scolastiche ed extrascolastiche, ad esempio i corsi di lingua o le lezioni specifiche di supporto per tanti studenti con disturbi di apprendimento che avevano trovato beneficio con la Dad. Da valutare anche il pranzo frugale nel pomeriggio, che annulla le tante campagne nutrizionali nelle scuole, finanziate anche dal ministero”.

La petizione-record dell’Unsic ha trovato il sostegno ufficiale di numerose organizzazioni, come i sindacati Sgb e Confial Scuola, e associazioni in tutta Italia. E ha trovato grande accoglienza negli organi digitali di stampa locali, che l'Unsic ringrazia. Tra i tanti messaggi che l’hanno accompagnata anche l’intenzione di non mandare i figli a scuola, consapevoli che, se riaperte, presto dovranno essere richiuse.

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