Riassetto degli uffici postali, tre a rischio chiusura nel riminese

Martedì mattina la Provincia di Rimini ha partecipato a Bologna alla riunione, convocata dalla Regione Emilia-Romagna, sul futuro riassetto territoriale in Emilia Romagna degli uffici di “Poste italiane”. All’incontro erano invitati i rappresentanti di tutte le province emiliano romagnole. Per la Provincia di Rimini ha partecipato l’Assessore Stefania Sabba.“Tenere conto dei diritti dei cittadini e non penalizzare chi vive nei piccoli centri. Questa l’indicazione che ho portato questa mattina al tavolo regionale in cui si è fatto i punto circa la futura riorganizzazione degli uffici di “Poste Italiane””.

“Al centro dell’incontro l’elenco che Poste Italiane ha stilato con i 104 uffici che, sul territorio regionale, non corrispondono ai cosiddetti ‘criteri di economicità’ dell’azienda. Di questi, tre ricadono nel territorio della Provincia di Rimini (San Clemente, Montecolombo, San Vito di Santarcangelo di Romagna).  - spiega Sabba - Seppur da “Poste Italiane” sia arrivata la precisazione che non si tratti di una lista di sedi da chiudere, resta il timore che si tratti di uffici in cui si possa assistere ad un pesante ridimensionamento nell’offerta dei servizi con oggettiva penalizzazione della popolazione residente, specie anziana. Per questo la Provincia di Rimini chiederà a “Poste Italiane” un confronto per affrontare, nello specifico e nel concreto, la riorganizzazione degli uffici sul territorio riminese. Ciò per affrontare nel suo complesso le criticità che riguardano non solo la sorte dei tre uffici presenti nella lista di Poste Italiane, ma anche la riduzione degli orari di apertura di uffici come quelli di Verucchio e Perticara. La nostra volontà è quella di essere a pieno titolo e in rappresentanza delle comunità locali parte attiva e protagonista, insieme a “Poste Italiane”, di ogni programma di riorganizzazione postale sul territorio riminese. L’obiettivo imprescindibile è quello di non penalizzare ulteriormente i cittadini dei piccoli centri e garantire a tutto il territorio il medesimo standard di servizio e qualità dell’offerta”.