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Cronaca Riccione

Dopo l'incidente "murata viva" nel residence, condannati i proprietari

Tre mesi d'inferno per una donna che, dopo aver pagato l'affitto, si è vista staccare luce e gas oltre a bloccare le tapparelle dell'appartamento

Condannati, a vario titolo, a oltre 21mila euro in totale di risarcimenti i titolari e i dipendenti di un residence di Riccione per aver "murato viva" una inquilina della struttura ricettiva. La vicenda risale alla primavera del 2014 quando la vittima, una signora di 52 anni, aveva affittato un appartamento. La donna, che aveva versato regolarmente la rata del mese di aprile, il giorno successivo era rimasta vittima di un brutto incidente, con un'auto che l'aveva centrata in pieno mentre viaggiava in bicicletta, riportando una seria frattura della gamba che l'aveva costretta a un intervento chirurgico e a una successiva prognosi di 40 giorni in ospedale. Rientrata nel residence alla fine di maggio, i titolari le avevano chiesto una aulteriore pigione più altra rispetto a quella pagata il mese precedente e, la donna, aveva versato un acconto di 100 euro.

Da quel momento, tuttavia, la proprietà della struttura ricettiva aveva reso un inferno la vita della 52enne ancora costretta a letto per i portumi dell'operazione e bisognosa di cure mediche. In un primo momento le avevano staccato il gas impendendole di cucinare per poi, dopo pochi giorni, disattivare anche le chiavi elettroniche dell'ingresso principale del residence. Oltre a questo, era arrivata alla donna una diffida che le vietava di ricevere persone nell'appartamento, compreso il medico curante che la stava seguendo. Alla fine di giugno era stata quindi staccata la corrente e, data la presenza di tapparelle elettriche, impendendole così il ricambio dell'aria e la luce. Il fratello della titolare, insieme a un dipendente, avevano fatto poin irruzione nell'appartamento scacciando in malomodo un'amica della signora e bloccando le serrande in maniera tale da non poterle più aprire manualmente. 

La situazione è andata a deteriorarsi fino a luglio dello stesso anno quando, la 52enne esasperata, ha deciso di rivolgersi a un legale per presentare una querela nei confronti dei due fratelli titolari del residence. La questione è stata così portata davanti al tribunale di Rimini che ha condannato sia fratello e sorella che i dipendenti i quali, secondo quanto ricostruito in aula, hanno dato man forte ai due per vessare l'inquilina.

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