"I passeggeri filmavano col cellulare l'agonia del ragazzo investito dal treno"
La drammatica testimonianza del conducente del convoglio che si è trovato davanti alla motrice un 20enne
"L'ho visto in faccia e ho sentito il colpo del suo corpo contro la motrice". Una testimonianza drammatica quella del conducente del treno che, sabato mattina, si è trovato davanti un ragazzo di appena 28 anni e nulla ha potuto fare per evitare di travolgerlo. Ma, a sconvolgere ancora di più il macchinista, è stato quello che è successo dopo quando, i passeggeri, scesi dalle carrozze hanno preso in mano i telefonini per documentare con foto e video l'agonia di quel ragazzo, rimasto incastrato tra le ruote e la massicciata, e trascinato per centinaia di metri. Ancora è impossibile dire se il 28enne abbia scelto di farla finita o se si sia trattato di un incidente ma, in entrambi i casi, il voyeurismo di quanti si trovavano nella stazione di Riccione ha avuto il sopravvento. Il giovane, nonostante il tremendo impatto, non è morto sul colpo ed è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco per liberarlo dal fondo del vagone e affidarlo alle cure dei sanitari del 118 arrivati sul posto con ambulanza e auto medicalizzata per poi trasportarlo in eliambulanza al "Bufalini" di Cesena dove le sue condizioni sono tuttora molto critiche e la prognosi è riservata a causa delle gravissime lesioni riportate.
Le prime cure del personale di Romagna Soccorso hanno visto un capannello di gente che ha puntato impietosamente gli obbiettivi dei cellulari sul giovane le cui condizioni, come è facile immaginare, erano estremamente disperate. "Una situazione - spiega il macchinista - ai limiti dell'assurdo. Quando ho saputo che il ragazzo era ancora vivo, sono sceso dalla motrice ho preso coraggio e sono andato a vederlo. Ci siamo guardati ancora una volta negli occhi e, quello che più mi ha fatto schifo, sono stati i viaggiatori intenti solo a riprendere ogni momento con il telefonino, insensibili all'agonia di una persona. Giovani e meno giovani a riprendere con i cellulari come fosse uno show bellissimo e divertente".
Sia che si sia trattato di un gesto deliberato o di una tragica fatalità, l'insensibilità di quanti hanno preso il telefonino per documentare l'agonia del 28enne rappresenta un gesto gravissimo, incomprensibile e inumano. Una follia che ricorda quanto accaduto, sempre a Riccione, lo scorso ottobre dove la morte di un ragazzo di 24 anni, rimasto coinvolto in un incidente, è stata ripresa in diretta su Facebook. Mentre la vittima del sinistro era a terra esanime, un passante con il telefonino si era connesso al social network e ha iniziato a trasmettere la diretta dell'agonia, commentando: "Chi mi segue chiami aiuto!" e "C'è sangue, speriamo si salvi". In seguito alla pubblicazione di quel video, la Procura della Repubblica aveva aperto un fascicolo a carico dell'autore, un riccionese 28enne, per la diffusione di immagini raccapriccianti.
Quella di riprendere un corpo straziato dopo un incidente può essere definita follia ma, questo, è un termine che va ad attenuare un agire invece freddo, lucido e pronto. Invece di fermarsi e capire che, dietro quel gesto, ci possa essere stato un dramma ancora maggiore prevale il voyeurismo di diffondere sui social qualcosa di estremo con la speranza, magari, di guadagnare qualche "like" in più per aumentare la propria visibilità digitale.