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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Riccione

Nella sua scuderia di lucciole anche moglie e sorella mandate in strada a prostituirsi

Scoperto dai carabinieri di Riccione un racket della prostituzione, il "protettore" faceva la bella vita con auto di lusso

Cerano anche la moglie e la sorella di A.C.S., 33enne romeno, a lavorare sui marciapiedi tra Rimini e Riccione insieme alle altre ragazze reclutate dallo straniero per esercitare il mestiere più antico del mondo. Al termine di una serie di indagini, i carabinieri di Riccione hanno scoperto un racket della prostituzione e, oltre al protettore, sono finiti nei guai la stessa sorella 36enne, anche lei impiegata sulle strade del sesso a pagamento, un palermitano 42enne, che si occupava d istruire le lucciole a gestire le chiamate che arrivavano dal sito internet che reclamizzava le prestazione, e un riccionese 56enne, che si occupava della logistica accompagnando le "belle di notte" ai vari appuntamenti o sui marciapiedi della Statale o del lungomare tra Rimini e Riccione. Una vera e propria azienda che, adesso, vede i quattro essere indagati con l'accusa di sfruttamento della prostituzione. Per il "protettore" si sono aperte le porte del carcere mentre, nei confronti dei "collaboratori", si va dagli arresti domiciliari all'obbligo di firma.

Secondo quanto emerso, il 33enne romeno a capo del racket si poteva permettere una bella vita, fatta di auto di lusso, grazie ai proventi messi insieme dalla sua scuderia. La stessa sorella era "impiegata" nel giro di sesso a pagamento ma, se il suo impegno era volontario e per curare gli affari di famiglia, non si può dire lo stesso per la moglie dello straniero che era obbligata a incontrarsi coi clienti pena minacce e violenze. Il giro di squillo gestito dal gruppo vedeva gestire ragazze dell'est Europa, moldave, albanesi e romene, che ogni sera popolavano i marciapiedi delle strade del sesso a pagamento.

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