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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rifugiati ucraini, nessun Comune ha aderito alla convenzione mentre gli hotel non sono riconosciuti

L'accoglienza fa fatica e Riviera Sicura e Federalberghi sono ai ferri corti. Salomone: "Dette cose lesive nei confronti degli associati a Riviera Sicura". La presidentre Aia Rinaldis: "Non replico"

Da un lato c’è chi ha abbandonato tutto, un popolo che ha lasciato casa, affetti, parenti per fuggire dall’Ucraina lacerata dalla guerra. Dall’altro c’è un sistema di accoglienza che fa fatica. In Italia e specialmente a Rimini, dove sono ospitati 3.200 rifugiati. Un dato persino superiore a quello del territorio di Bologna. Attualmente circa 2.000 cittadini ucraini risultano ospitati da famiglie di connazionali o in case private, per questa ampia casistica si sta valutando un contributo di “autonoma sistemazione” che dovrebbe giungere dal dipartimento della Protezione civile con un aiuto finanziario rivolto direttamente alle famiglie. La novità potrebbe essere ufficializzata a ore, dopo che il presidente Mario Draghi ha firmato il Dpcm sulla protezione temporanea e l'assistenza per i profughi.

Nessun Comune ha stipulato la convenzione

Nei Cas del riminese, di competenza dei gestori che già negli scorsi mesi si erano aggiudicati il bando della Prefettura, sono invece ospitati 302 cittadini ucraini. Ciò che invece non sta decollando è la convenzione pubblicata lo scorso 9 marzo dalla Prefettura, che dava la possibilità ai Comuni al fine di disciplinare l’attività di prima accoglienza dei cittadini ucraini di convenzionarsi nell’ottica della collaborazione istituzionale tra gli enti. Dopo 20 giorni dai 27 comuni della Provincia di Rimini non sarebbe pervenuta al momento nessuna istanza. I motivi, da territorio a territorio, saranno molteplici: difficoltà a reperire strutture o di natura burocratica.

Gli alberghi con costi a loro carico

C’è poi aperta la situazione relativa a quegli alberghi che non figurano inseriti nella rete di accoglienza. In totale sono coinvolti circa 700 cittadini ucraini, ospitati in queste strutture. Il Prefetto di Rimini, Giuseppe Forlenza, in un’intervista rilasciata alla Rai Emilia-Romagna ha spiegato che lo scorso fine settimana “il ministero aveva disposto il trasferimento di 400 persone fuori dalla Regione, per alleggerire la rete e per inserirli nelle altre province in apposite strutture di accoglienza. Purtroppo solo 128 persone hanno accettato il trasferimento”. E quindi ora cosa accadrà? La Prefettura, essendo strutture non accreditate nella rete dei Cas, è chiamata al rispetto delle normative in materia e per questo motivo il Prefetto, sempre alla Rai, ha sottolineato “con oneri a questo punto a carico degli albergatori”.

Riviera Sicura e Federalberghi in polemica

Intanto l’associazione Riviera Sicura e Federalberghi sono ai ferri cortissimi. Riviera Sicura, attraverso un comunicato stampa, sostiene che “quello che ha affermato nel corso di un’intervista la Presidente di Aia-Federalberghi Rimini, Patrizia Rinaldis, sulla gestione dell’accoglienza dei profughi ucraini da parte di alcuni operatori del settore e cioè che avrebbero organizzato i trasporti dall’Ucraina, appena è scoppiata la guerra, per sistemarli nelle stanze dei loro alberghi, così facendo intendere l’ottenimento di un beneficio dovuto al rimborso statale in maniera poco trasparente, lede il prestigio e il decoro degli onesti albergatori che fanno parte di Riviera Sicura”. Il presidente Giosuè Salomone annuncia “querele”.

Interpellata sull’accaduto, la presidente di Federalberghi Patrizia Rinaldis non entra nel dibattito: “Ho appreso la notizia e non replico, in questo momento la priorità è dare un ordine a quello che sta succedendo, nel rispetto delle persone che vivono un dramma”.

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