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Cronaca Riccione

Rigenerazione urbana, ecco come cambia lo skyline di Riccione

Presentato il progetto per l'area dell'ex delfinario, il sindaco Tosi: "Una riqualificazione che poggia su precisi punti fermi: valorizzare zone di pregio della città dando al contempo tempi certi al privato"

tefano Boeri Architetti presenta a Riccione un nuovo progetto di rigenerazione e forestazione urbana all’interno di un sistema di azioni di riqualificazione di alcune aree strategiche per lo sviluppo del territorio. Grazie ad una nuova procedura di intervento adottata dal Comune di Riccione, denominata “Accordo Operativo”, che prevede lo sviluppo del concept progettuale condiviso tra attori pubblici e privati, si è arrivati a concepire questo progetto che ha tra i suoi obiettivi fondanti il contenimento del consumo di suolo e la continuità del sistema ambientale a rafforzare l’integrazione tra elementi antropici e naturalistici all’interno del territorio urbanizzato.

Cambia lo skyline di Riccione

Grazie alla collaborazione con Nomisma è stato possibile definire un quadro di linee guida che hanno orientato le scelte progettuali legate alla compatibilità ambientale e all’incremento del valore di contesto, valutando cioè i benefici ecosistemici e gli effetti generati dall’intervento sul territorio, sia al livello comunale che di quartiere. L’utilizzo di indicatori e di valori di contesto, legati ad ambiente, popolazione, accessibilità, infrastrutture e servizi, sicurezza e turismo hanno permesso in particolare di supportare il progetto attraverso la definizione di elementi come la destinazione d’uso e le caratteristiche del nuovo intervento, al fine di valorizzare la relazione con il quartiere e l’attrattività del territorio e, generando così una proposta coerente e rispettosa dell’ambito di intervento. Oggi la rigenerazione urbana deve infatti essere in grado, non solo di essere sostenibile, ma anche di ripensare a nuove funzioni capaci di dialogare e rendersi coerenti con il territorio, costruendo nel contempo nuovo valore per il quartiere e per l’ambiente.

L’intervento prevede quindi la rigenerazione di un’area sul lungomare comprensiva del recupero di un villino storico, che è parte del sistema insediativo costiero tipico di questa porzione del litorale adriatico, unitamente a una nuova costruzione la cui superficie non supera un quinto dell’intera area disponibile. Il recupero di Villa Ernesta prevede la conservazione della struttura architettonica, la rifunzionalizzazione ricettivo-residenziale e la valorizzazione del suo giardino di pertinenza dal valore storico-naturalistico, che viene conservato nel rispetto e nella tutela delle specie vegetali che connotano questo ambito della città. Il giardino si inserisce in un sistema di continuità del verde che abbraccia tutto il progetto a partire dall’orizzontalità del parco della villa e che prosegue trasformandosi in un nuovo ecosistema verticale integrato all’architettura delle facciate del nuovo edificio. Esse ospiteranno una massa vegetale consistente sia di tipo arbustivo che arboreo.

 Pur trattandosi di un intervento interamente privato, il progetto è intervenuto migliorando la qualità degli spazi pubblici dell’immediato intorno attraverso azioni di generale adeguamento e miglioramento della fruibilità. Tutti i camminamenti pubblici e privati sia all’interno che all’esterno dell’area sono mitigati da un filtro continuo di alberi che fornisce un adeguato ombreggiamento e garantisce una connessione con il sistema del verde cittadino. Verso il mare invece vi è un perimetro di essenze arbustive che marcano la transizione dalla città alla spiaggia, connettendo il nuovo intervento con il sistema viario e pedonale del nuovo lungomare. Il volume architettonico è caratterizzato da un sistema di pieni-vuoti dinamico e adatto a ospitare la vegetazione che lo modella e ne definisce le proporzioni. I volumi aggettanti e protesi verso il paesaggio esterno infatti si posizionano e si declinano nelle diverse soluzioni tipologiche –vetrate o logge- per meglio ospitare le chiome degli alberi che inquadrano il paesaggio marino e urbanizzato circostante.

Le essenze vegetali sono selezionate nel rispetto del contesto ambientale e volte a supportare l’elevata efficienza energetica dell’edificio. In particolare sono state selezionate specie locali che ben si integrano nel contesto climatico e che permettono in inverno di far passare la luce solare e in estate di ombreggiare, andando così a ridurre i costi di climatizzazione dell’edificio e abbassando le temperature estive fino a 2-3 gradi. L’intero progetto nasce dalla volontà di rafforzare la componente vegetale nella sua interezza, facendo sì che lavori come un unico organismo, valorizzando le aree a giardino, che per la maggior parte sono anche filtranti, utilizzando le esposizioni migliori per ottenere una buona mitigazione dell’impatto ambientale da effetto serra antropico.

"Con la presentazione ufficiale dell’accordo operativo - ha spiegato il sindaco di Riccione, Renata Tosi - accolto e selezionato dopo il primo avviso pubblico di manifestazioni di interesse indetto dall’Amministrazione Comunale per favorire la rigenerazione urbana e la riqualificazione del tessuto urbano, a mare della ferrovia, si innesca un chiaro percorso virtuoso per la città di Riccione. Una riqualificazione che poggia su precisi punti fermi: valorizzare zone di pregio della città, quale è il caso dell’area ex delfinario affacciata direttamente sul lungomare, dando al contempo tempi certi al privato. Grazie ad un lavoro di squadra, che vede impegnate più competenze in amministrazione, diamo ai privati l’opportunità di innescare nuove energie per rigenerare  buchi neri della città andando anche a riqualificare l’esistente, come è il caso di Villa Ernesta che si trova a fianco del futuro immobile pensato e progettato dallo Studio Boeri, con destinazione del 60% ad uso ricettivo e 40% ad uso residenziale. I privati che scommettono su progetti importanti per la città, l’amministrazione che fornisce gli strumenti per agevolare e velocizzarne la realizzazione sono le due facce di una stessa medaglia: riqualificare la città senza mai dimenticare il contenimento dell’uso del suolo e la sostenibilità ambientale”.

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