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Cronaca

Giovani e lavoro all'estero: la fotografia della Provincia e tutto quello che c'è da sapere con i "Job Days"

"NOn basta il solo percorso di studi, serve attrezzarsi con le cosiddette soft skills, preziose competenze trasversali che riguardano il modo di essere e di fare"

Grande partecipazione e interesse da parte dei ragazzi per il Job Day che si è tenuto mercoledì nella Sala Marvelli della Provincia in occasione della Giornata Europea della Mobilità. L’evento, organizzato dall’Agenzia Regionale per il Lavoro, che voleva informare i giovani riminesi sui progetti europei finanziati di tirocinio e lavoro all’estero, ha visto confrontarsi un centinaio di studenti frequentanti le classi quinte di diversi istituti superiori del territorio con esperti di politiche attive del lavoro, imprenditori, europrogettisti e docenti universitari. Dopo il saluto del dirigente per l’area Romagna dell’Agenzia Regionale Lavoro, Andrea Panzavolta, l’incontro è stato moderato dal consulente Eures di Rimini, Jean Christophe Pirini. A seguire, la docente universitaria Raffaella Casadei del Campus di Rimini, che ha centrato l’intervento sull’importanza del network nella carriera accademica; l’europrogettista Luciano Natalini, che ha spiegato agli studenti il senso dei progetti europei; i Maestri del Lavoro di Rimini, sull’importanza delle soft skills; la consulente Daniela Brighi, esperta in turismo esperenziale e sostenibilità, con una riflessione sul mettersi in gioco e la necessità di aggiornamento continuo; i consulenti Eures di Monza, Fabrizio Rossetto e di Macerata, Sabina Riatti, che hanno illustrato il portale e la rete Eures, il progetto Yfey e spiegato come compilare un curriculum per l’estero. Infine, tante domande da parte degli studenti, che si sono dimostrati decisamente interessati alle prospettive oltre confine. APPR Il quadro emerso dal Job Day disegna uno scenario profondamente cambiato rispetto anche a soli pochi anni fa e profondamente mutevole.

La rivoluzione tecnologica in atto (la cosiddetta industria 4.0) utilizza i drivers della robotica e del digitale per scardinare il modo di produrre beni e servizi, a ritmi impensabili. Quel che si studia a scuola e all’università è solo la base di partenza per collocarsi sul mercato del lavoro, dove serve l’apprendimento permanente di nuove tecniche e competenze. I mestieri e le professioni cambiano rapidamente. Se non si coltivano le soft skills, qualsiasi percorso di studi rischia di diventare poco spendibile in breve tempo. Studiare o lavorare all’estero non è un orizzonte da guardare con paura e nemmeno come una sfida senza ritorno, ma un progetto consapevole, che ne sa valutare i problemi ma anche le straordinarie opportunità che può generare per migliorarsi. Il mercato del lavoro è sempre più globale, l’utilizzo avanzato delle lingue (a cominciare dall’inglese) è una competenza sempre più preziosa, mentre cercare una migliore opportunità economicamente e professionalmente più vantaggiosa a livello europeo, è talvolta una necessità, ma diverrà sempre più la normalità. Soprattutto, coltivare un’esperienza di studio o lavoro all’estero, oltre a rafforzare la conoscenza della lingua, permette di crescere e maturare una maggiore apertura mentale, sviluppando capacità di problem solving e consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, rendendosi più spendibili sul mercato del lavoro italiano.

3-2-15

Il Job Day

Il job day di Rimini ha fatto il punto in modo esaustivo sulle varie opportunità. Come essere pronti a coglierle in giro per il mondo? Cosa viene valutato con maggiore attenzione dai selezionatori delle imprese? Come far sì che l’esperienza di studio o lavoro possa essere davvero produttiva e diventare un valore aggiunto quando si torna in Italia? Ecco allora che non basta informarsi, conoscere, decidere di partire per un progetto di studio o di lavoro. Serve attrezzarsi con le cosiddette soft skills, quelle sempre più preziose competenze trasversali che riguardano il modo di essere e di fare, vera miniera di ricchezza per un futuro migliore e valutate attentamente dai selezionatori: l’autonomia, la capacità di risolvere problemi, la resistenza allo stress, la flessibilità e capacità di adattamento, il desiderio di apprendere continuamente, l’intraprendenza, la capacità di comunicare e lavorare in gruppo.

Cosa sono i Job days

I Job Days (www.europeanjobdays.eu) si svolgono in tutta Europa sotto l’egida della Commissione Europea con l’obiettivo di informare i giovani sui progetti europei finanziati di tirocinio e lavoro all’estero, quali ad esempio YFEJ (www.yourfirsteuresjob.eu). La rete Eures è uno degli assi centrali della mobilità europea da realizzare consapevolmente è la rete Eures, che con più di mille consulenti attivi in UE fornisce, anche a Rimini, informazioni, orientamento e servizi di sostegno a chi cerca lavoro in Europa dalle info sulle condizioni di vita e di lavoro (ad esempio su tassazione, pensioni, assicurazione malattia, sicurezza sociale, etc.) fino a eventi di reclutamento dinamici, gestendo una banca dati con migliaia di annunci per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. L’altro asse di riferimento è rappresentato dai programmi di Erasmus nel campo universitario, per esperienze di studio e tirocinio all’estero.

I dati riminesi

Secondo l’Istat, Rimini è la provincia dell’Emilia-Romagna dove si registra il maggior numero di giovani che decidono di partire per andare a vivere all’estero. Nel 2016 sono stati 42 giovani tra i 18 e i 39 anni ogni 10mila a cancellarsi dall’anagrafe di uno dei comuni della provincia per trasferirsi all’estero. La provincia di Rimini si posiziona comunque tra le prime 40 d’Italia in questa particolare classifica stilata dal Sole 24 Ore, lasciando ad una certa distanza le altre realtà emiliano- romagnole: i giovani emigrati all’estero nel 2016 nelle vicine Forlì-Cesena e Ravenna si fermano rispettivamente a 24,43 e 33,43 mentre nel capoluogo Bologna (secondo dopo Rimini) arrivano a 38,71 ogni 10.000.In tutta Italia sono stati ben 60mila i giovani che in un solo anno hanno deciso di trasferirsi all’estero. Ancor più recente è il dato fornito da Aire, l’anagrafe italiana dei residenti all’estero. I dati risalgono al 31 dicembre 2018 e sono raccolti dalla Fondazione Migrantes nel rapporto “Italiani nel mondo 2019”: gli espatriati sono pari al 6,9 % se si guarda alla popolazione del solo comune di Rimini, seconda solo a Bologna. La maggior parte degli emigrati emiliano-romagnoli sono approdati in Europa, soprattutto nei primi 15 Paesi aderenti all’Ue (es. Regno Unito e Irlanda del Nord, Germania, Francia, Spagna, Svizzera). Molti però si trovano anche in America (soprattutto Stati Uniti e Argentina). Quasi 25mila nel 2018, invece (+9% sul 2017), i laureati che hanno lasciato l’Italia.

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