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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Giuliano / Viale Carlo Zavagli, 70

Agguato di San Giuliano, nel '95 Mulargia scampò a un tentativo di omicidio

Nella mattinata di giovedì il 51enne è stato sentito dagli inquirenti dell'Arma che indagano sulla sparatoria

E' stato sentito giovedì mattina, nel suo letto d'ospedale, Augusto Mulargia il 51enne riminese rimasto ferito dopo la sparatoria di San Giuliano. Ancora frastornato per i postumi della delicata operazione, dopo che uno dei proiettili gli ha reciso l'arteria femorale, la vittima dell'agguato non ha saputo fornire agli inquirenti dell'Arma spunti investigativi che possano far luce sui motivi che possano aver portato l'autore degli spari a impugnare una pistola e a far fuoco contro di lui. Il 51enne, inoltre, non sarebbe stato in grado di fornire una descrizione dell'attentatore che, poco prima delle 21, lo avrebbe raggiunto alle spalle al volante di una utilitaria mentre, la vittima, stava pedalando con la sua bicicletta lungo via Carlo Zavagli. Uno dei probabili spunti sul quale stanno lavorando gli investigatori, tuttavia, sono i 60mila euro che Mulargia avrebbe ricevuto come indennizzo per una ingiusta carcerazione nel 1997 quando era finito nella maxi inchiesta "Lupi grigi" ma dalla quale era poi uscito scagionato.

Una vita turbolenta, quella del riminese, che nel 1995 era riuscito a sfuggire a un altro tentativo di omicidio da parte di un gruppo di slavi. Nel passato dell'uomo, infatti, spicca un altro episodio che lo aveva visto finire in ospedale a lottare tra la vita e la morte. All'alba dell'8 luglio di quell'anno, Mulargia si trovava al bar Calypso di San Giuliano qunado, verso le 5, aveva notato due giovani stranieri che picchiavano una ragazza. Secondo gli atti, in quella occasione il 51enne era intervenuto per difendere la giovane e, dopo uno scambio di insulti, i due si erano allontanati per poi tornare nel locale insieme ad altre 4 persone sempre slave. Il gruppo aveva quindi aggredito Mulargia colpendolo ripetutamente al corpo con un cacciavite per poi fuggire lasciandolo a terra sanguinante.

Soccorso da un amico, che a bordo della propria auto lo aveva portato al pronto soccorso, il 51enne era arrivato all'Infermi agonizzante per le ferite subìte ed era stato ricoverato in prognosi riservata. Le successive indagni della polizia di Stato avevano permesso di individuare gli autori dell'aggressione in un gruppo di serbi e kosovari. Finiti sotto processo, sebbene in contumacia, nel 2004 venenro condannati a 8 anni di reclusione per tentato omicidio.

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