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Cronaca

America Graffiti, i gestori del locale contro i concessionari: è guerra sul canone demaniale

"Si ripete la situazione che avevamo trovato dieci anni fa, prima di aver investito e versato oltre due milioni e mezzo di euro".

I gestori di America Graffiti, la società Nettuno 2010 srl, intervengono sulla vicenda della chiusura del locale con una nota scritta con la loro versione di come è andata e si sta sviluppando la situazione.

La nota

“L’avevamo trovato spento e chiuso. Lo abbiamo riacceso, tenuto aperto per dieci anni, senza chiuderlo neanche un giorno. Oggi, provvisoriamente in mano ai fratelli Parmeggiani, torna ad essere chiuso. Si parla dei canoni ma qualche chiarimento ci vuole. A loro, concessionari, spetta il canone demaniale. Circa 145 mila all’anno.

A loro noi versiamo il canone di locazione di circa 155 mila. Sembra poca differenza ma è necessario considerare che noi abbiamo investito oltre un milione di euro per portarlo alla rinascita con la loro partecipazione per meno di un terzo. Ed ora siamo al punto. In dieci anni, i due fratelli, hanno incassato 1.550.000 oltre ad aver escusso fideiussione per 200.000. Totale 1.750.000. Versati al demanio, da loro, 300.000 euro circa. E pur vero che il canone demaniale è caro ma è altrettanto vero che non versare nulla per più di 6 anni è forse troppo. Incassare da noi il canone e non versare nulla è ancor più grave in considerazione del fatto che il canone demaniale concede loro, oltre alla disponibilità della rotonda a noi affittata, anche la concessione della spiaggia e del chiosco bar che da sempre i due gestiscono. L’Agenzia delle Entrate, non riscuotendo da loro il canone, pignora il nostro affitto impedendoci così di pagare loro, come sempre regolarmente fatto per dieci anni. Chiedono la riconsegna d’urgenza in corso di causa per ottenere da noi ancora di più nonostante loro nulla versino al Demanio. La ottengono, poi gliela negano e infine la ottengono. Ed ora, i fratelli Parmeggiani, rientrati in possesso dell'azienda, tornano a gestirla come prima. Chiuse le porte, insegne coperte, luci spente, dipendenti a casa di cui non si interessano. Esattamente ciò che trovammo al nostro ingresso, prima di aver investito e versato oltre due milioni e mezzo".

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