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Cronaca

Vent'anni fa l'arrivo dal Senegal, la sfida di Sonia: "Apro la mia trattoria romagnola"

Sonia Thioro oggi è un'imprenditrice e il suo grazie va alla Romagna: "Qui ho trovato una grande famiglia"

Sonia Thioro è una bellissima e coraggiosa donna senegalese di 43 anni, oggi imprenditrice e mamma di due bambini. Il suo entusiasmo è contagioso e gli occhi le brillano come due perle nere quando parla della sua trattoria. La sua vita però era molto diversa vent'anni fa, quando ha lasciato il suo Paese per costruirsi un futuro migliore in Italia. Una scelta difficile, fatta di tante sfide e di duro lavoro. E' arrivata con un volo nel 2001, in tasca un visto turistico. Da quel momento non ha mai smesso di rimboccarsi le maniche e a distanza di anni il suo sogno nel cassetto lo ha trasformato in realtà. Sabato 22 febbraio inaugura "Trattoria Sonia", il suo primo ristorante. Nessuna cucina etnica, però, "il mio menù è romagnolo, la cucina che amo di più in assoluto. In questi anni ho imparato a preparare molto bene i piatti della tradizione".
Perché ha scelto proprio l'Italia?
"E' un Paese che ho sempre amato e avevo i miei due fratelli che viveno a Rimini, così non ho avuto dubbi".
Sono stati anni difficili?
"All'inizio sì, ma ho sempre avuto una grande volontà. Ho vissuto anche a Bologna e a Milano, ho lavorato nelle pulizie e come badante, in una fabbrica a Santarcangelo e come baby sitter, in più ho anche frequentato una scuola".
In questi anni non ha mai vissuto espisodi di razzismo?
"Sono sempre stata aiutata, la Romagna per me è casa, non ho mai vissuto la differenza della mia pelle. Sono stata fortunata. Io adesso sono una cittadina italiana e questo è davvero importante".
Quando c'è stata la svolta?
"Quando ho incontrato quelli che chiamo 'mamma' e 'papà'. Antonio e Mirca, i titolari della macelleria Pari in via Dario Campana. Mi hanno insegnato un mestiere nel loro negozio. Antonio sapeva della mia passione per la cucina e così un giorno mi ha presentato un suo amico, Enzo Frisoni, il titolare del ristorante La Baracca".
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E dal quel momento?
"Antonio ha garantito per me, dicendo che ero una brava persona e una grande lavoratrice. Alla Baracca mi hanno dato una possibilità e ho trovato un'altra famiglia. Ho lavorato con loro per 17 anni, fino a poco tempo fa. Sono molto affezionata a Enzo e alle donne di famiglia, Anna, Katia e Cristina. Ho iniziato come barista, poi ho servito ai tavoli e in cucina".
Quando è nata l'idea di aprire la sua trattoria?
"E' sempre stato un mio grande desiderio, ma ho capito che potevo realizzarlo circa tre anni fa. Per risparmiare il denaro necessario ho anche rinunciato ad andare in Senegal per qualche anno".
E i suoi ex titolari cosa le hanno detto?
"Sono dispiaciuti perché mi perdono come collaboratrice, ma contenti per me".
Chi ci sarà al suo fianco in questa avventura?
"Ho due cuoche e in sala ci siamo io e il mio braccio destro, Daniela, la figlia di Antonio Pari, il macellaio che mi ha aiutata quando sono partita da zero".

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Sabato sarà il grande giorno...
"Non vedo l'ora, inauguro alle 19. E' un locale bellissimo con cento coperti, la trattoria è via Santa Cristina 30. Per l'apertura ho organizzato un buffet per gli ospiti, ma il menù è da veri buongustai, ci sono tanti piatti tipici, dal coniglio al galletto e tutta la nostra pasta è fatta a mano".
A chi dedica la sua trattoria?
"Sicuramente a me e alla mia famiglia. Oltre ai romagnoli voglio ringraziare anche la comunità senegalese che vive a Rimini e a cui sono sempre molto legata".

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