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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il papà di Tamin: "Volevamo una condanna, non lo perdoneremo mai per quello che ha fatto"

Sunny Abu Bakar commenta l'assoluzione del 26enne Somale Duula che accoltellò 6 persone tra cui il piccolo di 5 anni che si trovava per strada con la mamma

"Speravamo che il processo ci rendesse giustizia. Chi ha fatto del male a nostro figlio ci ha rovinato la vita. Si meritava l’ergastolo, il carcere a vita, il massimo della pena". A commentare la sentenza del gup, che ha assolto Somale Duula, il 27enne somalo difeso dall'avvocato Maria Riveccio che seminò il terrore su un autobus e per le strade di Rimini l'11 settembre del 2021 che accoltellò 6 persone tra cui un bambino di 5 anni, è Sunny Abu Bakar il padre del piccolo Tamin raggiunto dai fendenti dell'esagitato che gli hanno reciso la carotide e procuratogli delle lesioni permamenti. Una vicenda che, all'epoca, aveva sconvolto non solo Rimini ma l'intero paese con la città che si era stretta intorno ai famigliari del piccolo rimasto ricoverato per 10 giorni all'Infermi coi medici che si erano prodigati al suo capezzale per salvargli la vita e curare al meglio quelle ferite che hanno segnato per sempre il volto del bambino. Martedì mattina anche Sunny Abu Bakar era presente nell'aula di Tribunale dove ha rivisto l'aggressore del figlio con quest'ultimo che, nei prossimi 8 anni, dovrà rimanere in una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza in quanto dichiarato totalmente incapace di intendere e volere ma, allo stesso tempo, il perito ha ravvisato nei suoi confronti essere un soggetto altamente pericoloso e affetto da una grave patologia di schizofrenia paranoide che lo porterebbe a compiere gli stessi atti.

Signor Abu Bakar, come ha accolto la sentenza del Tribunale?
Sono rimasto molto male per questa decisione. Volevamo una condanna. Doveva pagare per quello che ha fatto a mio figlio. Ha sconvolto la nostra famiglia e, ancora oggi, ripensiamo a quei momenti terribili coi medici che non si sbilanciavano sulle condizioni di Tamin ed eravamo terrorizzati al pensiero di perderlo.

La giustizia ha fatto il suo corso e Duula ha agito in uno stato di totale incapacità di intendere e volere. Voi lo perdonate?
Assolutamente no. Non possiamo perdonare una persona che ha compiuto un gesto simile. Mio figlio è stato miracolato ma, ancora oggi, soffre per quello che gli è accaduto senza contare che per tutta la vita porterà sul volto e sulla pelle i segni di quell'aggressione gratuita e ingiustificabile.

A distanza di oltre un anno da quell'11 settembre oggi come sta Tamin?
Mio figlio sta meglio. Lo scorso anno, anche se in ritardo, ha potuto cominciare la scuola e oggi ha una vita normale anche se ogni tanto torna a pensare a quei momenti drammatici che lo hanno segnato per sempre. E' forte e ha saputo reagire a quanto gli è capitato ma, a volte, capita che gli altri ragazzini lo prendano un po' in giro per le lesioni che porta sulla pelle.

E' riuscito a spiegargli cosa è successo oggi in Tribunale?
No, gli ho solo detto che l'uomo che gli ha fatto del male è finito in carcere e non uscirà più e che non farà più del male a nessuno.

Tutta la città, all'epoca, si è mobilitata per aiutare la sua famiglia e il piccolo Tamin. Cosa ne pensa?
E' stata una cosa straordinaria, non pensavo che così tante persone si potessero stringere intorno a noi in quei momenti molto difficili. Voglio ringraziare tutta Rimini.

Adesso si apre la questione del risarcimento. Avete fiducia?
Ci siamo affidati al nostro avvocato, Maurizio Ghinelli, con estrema fiducia nelle sue capacità. Speriamo possa ottenere un risarcimento per dare un futuro a Tamin e aiutarlo a sostenere le ulteriori e necessarie spese mediche per cancellare dalla sua pelle i segni di quello che ritengo essere stato un gesto assolutamente da condannare.

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