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Cronaca Centro / Piazza Luigi Ferrari

Banca Carim: associazione per delinquere finalizzata al falso in bilancio

Notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti della Cassa Di Risparmio Di Rimini, 26 gli indagati che facevano parte dell'ex governance della banca

Pesante tegola sulla Cassa di Risparmio di Rimini finita in una bufera giudiziaria con la Guardia di Finanza che, nella giornata di giovedì, ha notificato a 26 persone l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Pesanti le accuse alla ex governance dell'istituto di credito che dovrà rispondere di associazione a delinquere finalizzata al falso in bilancio, false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori e indebita restituzione dei conferimenti. L'indagine delle Fiamme Gialle, coordinata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, hanno fatto emergere come, all'interno della Carim vi fosse un sodalizio criminale composto dai vertici dell’istituto, in carica nel periodo dal 2009 fino al commissariamento disposto dalla Banca d’Italia nel 2010, che, a seguito di elargizione di mutui e di finanziamenti non assistiti da adeguate garanzie, ometteva dolosamente di evidenziare nei bilanci della Carim le perdite già maturate da tempo tramite stime e valutazioni palesemente non corrispondenti alla reale situazione del credito.

Secondo gli inquirenti, inoltre, gli indagati, membri pro tempore del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, hanno partecipato attivamente e sistematicamente al processo di concessione e revisione delle linee di credito concesse dalla Banca Carim Spa a favore di soggetti o gruppi societari da tempo insolventi. A far crollare il castello è stata la crisi economica che ha investito il mercato mondiale generando un’ondata di fallimenti di imprese operanti nei settori più disparati con l’effetto, tra gli altri, di non consentire a chi aveva ottenuto i prestiti di onorare i propri debiti. La complessa indagine ha permesso di individuare le valutazioni alterate, sproporzionate ed arbitrarie, appostate dagli organi dell’istituto di credito sia nella redazione del bilancio al 31.12.2009 che nella relazione semestrale al 30.06.2010. La corretta redazione dei bilanci avrebbe infatti comportato una modifica del risultato di esercizio 2009, trasformando l’utile d’esercizio (indicato in € 31.329.339) in una perdita pari a € 4.360.393 e un peggioramento della perdita indicata nella semestrale 2010 da € 32.532.000 a € 61.669.833. Tali fatti hanno integrato il reato di false comunicazioni sociali per gli anni 2009 e 2010.

Al fine di evitare che il prezzo delle azioni diminuisse eccessivamente, Carim ha proceduto all’acquisto di azioni proprie ad un prezzo maggiorato posto che l’offerta non incontrava più la domanda. In tale contesto è stato rilevato un utilizzo fraudolento del sistema di prenotazione per la cessione e l’assegnazione di azioni Banca Carim che, come da autorizzazione della Consob doveva fungere da mero punto di incontro tra la domanda e l’offerta del mercato azionario senza interferenza da parte dell’Istituto medesimo. L’acquisto, infatti, sarebbe stato possibile solo nelle forme previste dal Codice Civile. Tale attività ha comportato un illegittimo acquisto da parte di Banca Carim di azioni proprie ad un prezzo (€ 21) sovradimensionato rispetto a quello che sarebbe stato determinato senza la falsa rappresentazione della situazione finanziaria e patrimoniale della banca in precedenza descritta, con una conseguente indebita restituzione di conferimenti nei confronti di alcuni soci (quelli che avevano venduto le proprie azione all’Istituto stesso) per un importo complessivo quantificato in circa 10.342.00,00 euro configurando così l’ipotesi di reato di indebita restituzione di conferimenti.
 

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