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Cronaca

Molotov contro un bar di piazza Malatesta, arrestato l'autore dell'incendio

L'uomo, accusato anche di fabbricazione di arma da guerra, era fuggito in sella alla sua bici, ma i clienti del locale lo avevano riconosciuto

Fabbricazione e detenzione di arma da guerra e danneggiamento causato da un incendio. Sono questi i capi d'accusa che pendono sulla testa di M.M., un operaio riminese di circa 50 anni, finito in carcere per avere lanciato una molotov contro il bar La Rocca in piazza Malatesta. L'uomo, residente da anni a Rimini, è stato arrestato dai Carabinieri del Nor venerdì 22 marzo, in seguito all'ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip.

Il 50enne, difeso dall'avvocato Andrea Guidi, avrebbe confessato agli inquirenti di aver compiuto il gesto in preda all'ira: "Mia moglie era rimasta senza benzina nella macchina e gliela stavo portando dentro a una bottiglia, ma passando davanti al bar ho perso la testa". Una versione ritenuta poco credibile visti i suoi precedenti di Polizia, fra cui un'estorsione avvenuta in un'altra città, e gli assidui comportamenti molesti.

L'attentato

La sera del 15 febbraio, verso le 22.50, M.M. si era presentato davanti al bar minacciando i clienti di uscire perché avrebbe dato fuoco a tutto. Subito dopo aveva imbevuto lo straccio di benzina e con un accendino gli aveva dato fuoco lanciando poi la molotov contro il gazebo del locale per poi scappare via in sella alla sua bici.

Bottiglia incendiaria contro il bar La Rocca

L'operaio, soprannominato Lino, era un cliente abituale, noto per alzare spesso il gomito e diventare molesto. Proprio la sera del 9 febbraio aveva bevuto troppo e il barista gli aveva negato un ultimo bicchiere viste le condizioni. Un no che lo aveva fatto imbestialire tanto da spingerlo a rompere una bottiglia per terra e minacciare l'esercente dicendo che "qualcuno si sarebbe fatto male". Nonostante il gesto avesse scosso i presenti sembrava una minaccia fatta lì per lì in preda ai fumi dell'alcol, ma così non è stato. I vecchi dissapori con il barista lo avrebbero spinto a lanciare la molotov. Almeno è quanto ha dichiarato alle forze dell'ordine.

I Carabinieri avevano subito raccolto le testimonianze dei presenti e dopo 36 ore avevano identificato l'attentatore. Per lui si sono così aperte le porte dei Casetti, l'arresto sarà convalidato domani

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