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Cronaca

Il cadavere nella valigia "tenuto in casa" parecchi giorni dopo il decesso

Spuntano inquietanti particolari dopo l'autopsia sul corpo della donna orientale ripescato nel porto di Rimini

Ci sarebbe almeno una settimana di scarto tra il decesso della donna orientale, il cui corpo è stato trovato nella valigia dentro al porto di Rimini, e la data in cui qualcuno ha deciso di infilarla nel trolley e gettarla in mare. Questo uno dei pochi, e inquietanti, particolari emersi dall'esame autoptico sui poveri resti della ragazza, tra i 30 e i 40 anni. La causa della morte appare oramai una gravissima forma di anoressia che ha letteralmente "consumato" la donna fino a farla pesare appena 35 chili al momento del decesso. Gli esami dell'anatomo patologo hanno poi evidenziato che al momento della morte, che è stato fatto risalire ad almeno 15 giorni prima del suo ritrovamento, non è stata infilata subito nel trolley ma è rimasta per qualche giorno da qualche parte. In un secondo momento, dopo la rigidità cadaverica, chi ha voluto disfarsene l'ha completamente spogliata e avvolta in dei sacchi neri della spazzatura per poi chiuderla nella valigia e gettarla da qualche parte.

Le ipotesi, comunque, tendono a credere che il tutto sia avvenuto nel riminese. Resta da capire il motivo per cui, qualcuno, abbia rischiato di tenersi un cadavere da qualche parte prima di decidersi a sbarazzarsene avendo l'accortezza di cercare di eliminare qualsiasi indizio per poter identificare la donna. I riscontri con le impronte digitali sono risultati negativi, lasciando ipotizzare che si possa trattare di una clandestina. E, a parte la certezza che non vi sia una morte violenta, l'unico segno distintivo emerso nel corso dell'autopsia è una cicatrice sotto l’occhio sinistro, fin sullo zigomo.

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