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Cronaca

Casalinga con l'hobby dei furti, faceva da palo e da autista a due albanesi

Arrestata dalla polizia di Stato di Pesaro una riminese 43enne, il bottino della banda supera i 100mila euro

La polizia di Fano e Pesaro ha arrestato due albanesi e una riminese, casalinga, che avrebbero messo a segno non meno di venti o trenta furti a Pesaro e dintorni solo nelle ultime settimane. La donna, secondo l'accusa, svolgeva il ruolo di autista e "palo", usando l'utilitaria della madre. Uno degli arrestati, Blerim Halili 35 anni, già con un omicidio alle spalle per cui ha scontato una pena di 7 anni, irregolare in Italia, è stato fermato all'alba dell'altro ieri ad Aversa, dove si era rifugiato per sfuggire alla cattura. In un'abitazione di Rimini a disposizione della donna, Stefania Longhi, 43 anni, è stata trovata la refurtiva: circa 350 oggetti rubati, tra orologi, anelli, collane, bracciali, argenteria. Il terzo arrestato è un albanese di 28 anni Francesko Nikaj. Sequestrati anche diversi attrezzi per scassinare casseforti e serrature

Il Questore di Pesaro Antonio Lauriola, con accanto il capo del commissariato di Fano Stefano Seretti e della Squadra Mobile pesarese Silio Bozzi, hanno ripercorso l'indagine, partita una settimana fa con la segnalazione di furto fatta da una donna che, mentre rientrava a casa, sulle colline tra Fano e Pesaro, aveva visto allontanarsi una utilitaria con delle persone a bordo, intuendo che doveva trattarsi di ladri prima ancora di entrare nella sua abitazione. La segnalazione ha permesso alla polizia di intercettare l'auto nella zona di Fenile di Fano e arrestare la donna e Nikaj, mentre Halili, svelto e di bassa statura (poco più di un metro e 50) era riuscito a fuggire per i campi grazie anche alla sua agilità. Non a caso, è considerato dagli investigatori una specie di 'atleta delle grondaiè, perché capace di salire al terzo piano di un palazzo scalando a mani nude i pluviali.

Gli agenti gli sono stati dietro fino a Napoli dove, individuato l'albergo dove stava alloggiando, sono andati a arrestarlo all'alba di martedì. Intanto era stata individuata la casa dove era custodito il bottino, per un valore che può superare anche i 100mila euro. Ora il problema sarà la riconsegna della refurtiva ai legittimi proprietari. Per il capo della Mobile Bozzi, era una banda capace di compiere otto furti anche in poche ore. La questura ha messo nel proprio sito le foto dei gioielli rinvenuti per gli eventuali riconoscimenti. Il questore Lauriola ha ringraziato «il sostituto procuratore Maria Letizia Fucci che ha sostenuto in ogni momento l'attività investigativa che ha portato a questo successo

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