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Cronaca

Il corpo di Silvio Mannina ritrovato incaprettato e con un sacchetto sulla testa

Eseguita venerdì mattina l'autopsia sul cadavere del 30enne milanese ucciso da Dritan Demiraj alla vigilia dell'omicidio di Lidia Nusdorfi. Confermata dall'anatomopatologo la causa del decesso

E' stata eseguita nella mattinata di venerdì l'autopsia sul corpo di Silvio Mannina, il 30enne milanese ucciso da Dritan Demiraj alla vigilia dell'omicidio di Lidia Nusdorfi avvenuto nella stazione di Mozzate lo scorso primo marzo. Dalle prime indiscrezioni sugli esiti dell'esame autoptico è emerso che Mannina è stato sepolto a circa 80 centimetri di profondità, in un terreno paludoso, e le cause della morte sono da far risalire allo strangolamento. Appare quindi veritiera la versione di Demiraj, che ha raccontato di aver strangolato il nuovo fidanzato della Nusdorfi con un cavo elettrico dopo averlo tramortito con dei pugni alla testa. Sul corpo di Mannina, infatti, l'anatomopatologo ha riscontrato delle lesioni compatibili con i colpi inferti dall'albanese. Dopo aver ucciso il 30enne, secondo quanto ricostruito dall'autopsia, l'albanese gli ha infilato un sacchetto di plastica in testa, chiudendolo con del nastro adesivo, per poi "incaprettarlo" mani e piedi sempre con lo scotch e, prima di infilarlo nella buca, ha avvolto i poveri resti in un lenzuolo. Venerdì mattina, la madre di Mannina si è rifiutata di vedere il corpo prima dell'autopsia, pur riconoscendo i vestiti del 30enne, e per l'identificazione certa del cadavere sarà necessario il test del dna.

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