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Cronaca

Don Probo, il parroco dei record: cent'anni, sette figli di cui quattro preti e una messa gremita di fedeli. Le foto

Don Giovanni: "Nostro padre ha sempre percorso un cammino di fede e per vent'anni è stato amico di Padre Pio, fino alla morte del religioso"

"Grazie don Probo", "Auguri per questi cento anni e per la tua testimonianza di vita". Martedì sera in Duomo sono centinaia i fedeli che al termine della messa concelebrata dal vescovo Lambiasi hanno aspettato fino all'ultimo per dare un saluto al religioso ed esprimergli gratitudine e affetto. E lui ha abbracciato e sorriso a tutti, commosso ed emozionato da tanto amore. "Cosa mi dà più gioia?", ha affermato il sacerdote, "poter dire ogni giorno sono il corpo di Cristo, e non è una cosa da poco". Un compleanno davvero speciale quello festeggiato nel Tempio Malatestiano, cento anni e 31 di sacerdozio.

E' stata ed è tuttora una vita straordinaria quella di don Probo Vaccarini: un cristiano, uno sposo, un vedovo e un padre di sette figli, di cui quattro preti. Giuseppe, Giovanni, Gioacchino, Giuseppe e Francesco sono infatti diventati tutti religiosi. "Abbiamo anche tre sorelle - racconta don Giovanni, parroco della chiesa Sacro Cuore di Miramare - due sono insegnanti e una è architetetto, sono Maria Celeste, Maria Pia e Maria Luisa". Il loro papà è diventato sacerdote a 69 anni, "per noi non è stata una sorpresa, è sempre stato un uomo di fede, per vent'anni l'ha stretto una forte amicizia spirituale a Padre Pio, il santo di Pietralcina che ha anche battezzato una delle mie sorelle. Mio padre andava spesso a San Giovanni Rotondo. L'incontro con padre Pio l'ha segnato profondamente. Siamo tutti parroci del Riminese, eccetto nostro fratello Francesco che è a Terni. Se a qualcuno sembra strano quattro fratelli parroci non è così, nelle famiglie numerose accade, e poi lo dobbiamo anche al grande insegnamento di nostra madre". La storia incredibile di don Probo, la sua vicenda umana e spirituale in questi ultimi giorni ha catturato anche l’interesse della stampa nazionale, tv, radio, quotidiani, siti online, agenzie: dalla Rai (“La vita in diretta” e Tg3) a Mediaset, Tv2000, Tele Radio Padre Pio, Fun Page, Corriere della Sera, Repubblica, Ansa, oltre naturalmente alla locale Icaro tv, sono state tantissime le dirette dalla Basilica Cattedrale. Una messa che è terminata con un lungo applaso, scandita dalle parole del vescovo, che ha pronunciato un'omelia toccante e di grande forza spirituale: "La vita di don Probo è stata profumata di gioia".

La vita straordinaria del parroco

Don Probo festeggia cento anni: padre di sette figli e parroco

Le parole del vescovo

Uno stralcio dell'omelia

Questa è stata e continua ad essere la tua vita, caro don Probo. Una vita profumata di gioia. è la gioia di essere uomo, cristiano, prete. Anche noi pastori ci portiamo dentro un desiderio sconfinato di felicità, e anche a noi è stata promessa una gioia straripante, corrisposta con un tasso di interesse centuplicato, versata in caparra con una misura pigiata, scossa e traboccante.

E' la gioia di essere peccatori perdonati e messaggeri di perdono. Lui, il buon Pastore, è fatto così. Non affida il ministero della misericordia ad esseri angelici e immacolati che si possono permettere il lusso di sentirsi perfetti. Consegna la sua tenerezza alle mani di poveri peccatori, per far loro provare la gioia di poter dire ad altri peccatori, anch'essi assetati di felicità, dove insieme potranno dissetarsi: alla fontana della divina misericordia. E' la gioia di servire alla gioia dei fratelli. Lui, il grande sacerdote, è fatto così: guarda dei poveretti come noi e ci sceglie per una missione da compiere nella vita: quella di un intera esistenza donata per amore. è la gioia di spendersi a fondo perduto, che non si lascia incrinare dall'ingratitudine, né si lascia frenare dagli scarsi risultati, né spegnere dal gelido vento dell'indifferenza. E' la gioia di una vita vissuta nella povertà, abbracciata per amore di Cristo povero e dei suoi vicari, i piccoli e i poveri, nella certezza che ogni bene e perfino i beni di Dio non possono mai oscurare Dio come unico bene della nostra povera vita. Nella castità di un cuore indiviso, che ha smesso di pensare a se stesso, che non offre corsie preferenziali per qualcuno - se non per i poveri - e non pianta cartelli con “divieto di accesso” per nessuno. Nell’obbedienza alla volontà di Dio, manifestata dal vescovo e serenamente abbracciata, senza condizioni e senza riserve. Senza programmarsi il futuro, senza puntare sulla propria realizzazione, senza monopolizzare la propria libertà, sapendo che per ardere senza bruciarsi, non basta spendersi: occorre donarsi. E' la gioia della Pasqua, la perfetta letizia, la gioia non 'nonostante' ma 'attraverso' il dolore, vissuto con un po' di fede e con un pieno di amore. La fede che dà la forza di fidarsi più dell'Amore invisibile ma eterno che della sofferenza tangibile ma temporanea.

Caro don Probo, la tua vita ci dice che per mantenere viva la fiamma della gioia, vale la pena ricordare alcune 'perle' della sapienza tradizionale, che hanno aiutato molti in passato e possono tornarci utili ancora oggi. La prima: a noi è offerta la gioia di seminare, ma non è sempre garantita la gioia di raccogliere. La seconda: è il vangelo della vita fraterna che permette all'acqua viva della gioia di zampillare e rinfrescare anche il deserto spesso arido e torrido della quotidianità. Un'ultima perla: solo chi coltiva la rara pianta della gioia dentro di sé, ne può condividere i frutti con gli altri; solo chi ha imparato a ridere umilmente di sé, è in grado di far sorridere anche gli altri. Infine due messaggi oggi tu ci consegni, caro don Probo. Il primo è rivolto a tutti i fratelli e a tutte le sorelle di fede. Oggi noi cristiani siamo chiamati a vivere in un mondo che non riesce più a trovare l'indirizzo di casa della gioia. D’altro canto è la gioia l'unico segnale di vangelo che anche i non credenti sono ancora in grado di decodificare e che può metterli seriamente in una crisi salutare. Papa Francesco ci scuote: "Non lasciamoci rubare la gioia! Un cristiano non può mai essere triste".
L’altro messaggio riguarda noi presbiteri. Lo formuliamo con le parole incandescenti di san Paolo. E con te, caro don Probo, noi, pastori, in rappresentanza dell’intero presbiterio di Rimini, diciamo forte, con la solennità di un giuramento e con tutta la grinta che lo Spirito del Risorto ci mette in corpo: "Noi non intendiamo fare da padroni della vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia” (2Cor 1,24).

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