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Cronaca

La donna nella valigia morta per "consunzione" da grave anoressia

L'autopsia sul corpo ripescato nel porto di Rimini non ha evidenziato cause traumatiche del decesso

Si è conclusa nel primo pomeriggio di lunedì l'autopsia, eseguita dal professor Giuseppe Fortuni, sul corpo della donna trovato in una valigia che galleggiava nel porto di Rimini nella mattinata di sabato. L'esame autoptico avebbe escluso categoricamente che, i poveri resti, potessero essere quelli di Xing Lei Li, la cinese di 36 anni scomparsa durante una crociera tra Tirreno e Mediterraneo, e ha indicato come probabile causa di morte una gravissima forma di anoressia. Sarebbe da escludere, quindi, un decesso per strangolamento, affogamento o asfissia. Il corpo, infatti, era estremamente emaciato e, letteralmente, "pelle e ossa". Nel corso dell'esame non sono stati trovati segni identificativi, come cicatrici e tatuaggi, che possano aiutare gli inquirenti a dare un nome alla donna di origini asiatiche. Escluse, anche, presenze di segni di costrizione e di malattie che avrebbero potuto far propendere per una morte dovuta a qualche male o in sguito a una lunga prigionia senza toccare cibo. Secondo quanto emerso, inoltre, il corpo si trovava in acqua da non più di una settimana e, il decesso, potrebbe risalire ad almeno 15 giorni prima del ritrovamento. Pochi elementi, quindi, che non aiutano gli inquirenti della polizia di Stato a risolvere l'intricato mistero. 

Ritrovato cadavere chiuso in una valigia

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