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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Estorsioni e intimidazioni per entrare nel tessuto economico della Riviera

A capo del gruppo di malviventi finito nel mirino della Guardia di Finanza di Rimini "zio Pio" De Sisto già sottoposto al regime di sorveglianza speciale

C'era "zio Pio" Rosario De Sisto al comando del gruppo di malviventi finito nel mirino della Guardia di Finanza di Rimini e accusato, a vario titolo, di di associazione a delinquere, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, usura, abusiva attività finanziaria, furto aggravato,  detenzione abusiva di armi, favoreggiamento della prostituzione, simulazione di reato, falso ideologico del privato in atto pubblico, truffa. Nell'ambito dell'operazione "Paper moon 2" delle Fiamme Gialle, scattata all'alba del 7 dicembre, sono state eseguite 6 misure cautelari di cui 2 in carcere, una ai domiciliari e 3 obblighi di firma che oltre al riminese hanno coinvolto il cesenate e le province di Avellino, Milano, Bari e Caserta per un totale di 20 persone indagate. A guidare il sodalizio criminale, secondo gli investigatori, il 62enne Rosario De Sisto che avrebbe tirato le fila per innestarsi in maniera criminale nel tessuto economico della Riviera. In particolare, attraverso una serie di prestanome, i malviventi avevano messo le mani sulla gestione di un albergo e di 3 bar estivi sul lungomare di Rivazzurra. Allo stesso tempo il gruppo era attivo anche nel settore dell'usura: 3 gli episodi contestati ai danni di imprenditori che, bisognosi di contanti, si erano rivolti a loro per dei prestiti da restituire a tassi da strozzini. In particolare ad essere strozzati erano stati padre e figlio che, a fronte di un prestito di 10mila euro, gli interessi erano schizzato a 1000 euro al mese. In un altro caso, invece, erano arrivate le minacce di ritorsione nei confronti della figlia di una delle vittime. Minacce anche nei confronti di altri imprenditori che, pur possedendo il 51% delle quote societarie, erano stati "caldamente invitati" a non ritirare gli utili dell'azienda.

Secondo gli inquirenti della Finanza il gruppo si faceva forza della nomea di "zio Pio", già noto alle cronache per una serie di affari sporchi, riciclaggio, estorsioni con una lunghissima fila di precedenti penali, processato più volte davanti al Tribunale di Rimini, coinvolto in una guerra tra clan malavitosi emersa con l'operazione "Hammer" dei carabinieri, vittima di un agguato davanti alla sua abitazione di Borghi. Il 62enne, infatti, guidava il gruppo che si affidava a dei prestanome per entrare nelle società e guidarle di fatto. Le indagini, partite nel 2019, hanno reso possibile documentare le fasi evolutive del gruppo, che in breve tempo, è riuscito a infiltrarsi nell’economia legale della Romagna, controllando diverse attività economiche; commettere estorsioni evocando la loro appartenenza alla camorra; intestare a terzi ingenti patrimoni e attività commerciali. In particolare, è emerso che gli indagati, nonostante un’apparente situazione reddituale insufficiente a soddisfare i fabbisogni primari, in realtà manifestavano un’elevata disponibilità economica, derivante, come chiarito dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dalla loro partecipazione occulta in numerose società operanti nel lucroso settore turistico ricettivo, intestate a prestanome, nonché dai reati di abusiva attività finanziaria, usura ed estorsione commessi. A testimoniare òa grossa disponibilità di contanti dei malviventi anche l'episodio, documentato dalle Fiamme Gialle, di restituzione alla Banca d'Italia di 3350 euro ammalorati per essere stati conservati in un luogo estremamente umido e probabilmente sotto terra in maniera da ottenere banconote nuove. 

Oltre a De Sisto, a finire in carcere è stato un casertano 50enne e nel contempo le Fiamme Gialle hanno eseguito un decreto con il quale lo stesso Gip ha ordinato il sequestro preventivo, nelle province di Rimini e Bari, per un valore complessivo di 213 mila euro delle quote sociali e dei beni aziendali di una società e di una ditta individuale, fittiziamente intestate a prestanomi, operanti nella provincia di Rimini nel settore turistico ricettivo.

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