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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Evade due milioni di euro e gestisce un hotel abusivo, il blitz della Finanza

Scatta il sequestro per la società che gestisce l'albergo clandestino a Torre Pedrera

I finanzieri del Comando Provinciale di Rimini, nell’ambito dell’azione di contrasto ai fenomeni di evasione fiscale, hanno portato a termine lunedì un’operazione di polizia economico-finanziaria, sequestrando una società che attualmente gestisce un hotel a due stelle a Torre Pedrera. Struttura ricettiva al centro dei controlli anche della Polizia municipale, di cui è stata data notizia lunedì, in quanto abusiva, e per cui gli agenti hanno multato il gestore riminese.
 
L’esecuzione del provvedimento di sequestro rappresenta l’atto conclusivo delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica ed eseguite dal Nucleo di Polizia-Economico Finanziaria di Rimini nei confronti di P.A., di anni, 51, con carichi pendenti per reati fiscali e fallimentari. L’attività investigativa ha permesso di accertare che P.A. stava gestendo uti dominus una società costituita in Rimini, le cui quote e la carica di amministratore erano state da lui fittiziamente intestate alla coniuge, 43 anni, con la quale conduceva l'hotel con 33 camere e 66 posti letto.

P.A. è attualmente imputato in un procedimento penale per reati di evasione fiscale, in quanto non ha presentato le dichiarazioni dei redditi ed IVA inerenti agli anni d'imposta 2011 e 2012 di una società a lui riconducibile, evadendo imposte per euro 450.381,00. A seguito di tale reato tributario, il 5 novembre 2015, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente sino all’ammontare di euro 450.381,00, a suo tempo eseguito solo sulla somma di euro 7.892,52;

I successivi accertamenti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini, hanno permesso di accertare che P.A., avendo maturato un debito con l’erario stimato oltre 1,8 milioni di euro, ha intestato fittiziamente le quote e la carica di amministratore della società alla coniuge, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto e di rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva. All’esito dell’attività investigativa, la Procura ha disposto l’estensione del Decreto di sequestro preventivo emesso del 2015 sulle quote sociali e sui beni strumentali della società gestita in forma occulta da P.A.

Lunedì il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri che hanno sottoposto a vincolo giudiziario anche i conti correnti e somme in contanti. La peculiare attività di servizio in rassegna, di contrasto all’evasione fiscale e alla criminalità economica, si inserisce nell’ambito delle primarie missioni istituzionali della Guardia di Finanza, quale unico organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche, in grado di intervenire per il rispetto delle regole in campo economico e finanziario, ai fini della tutela dell’economia legale e degli operatori economici corretti.
 

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