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Cronaca

Fumo e alcol, la fotografia del Riminese e i dati provincia per provincia

Nel le persone che hanno fruito dei servizi del Centro alcol sono stati 1.162, con un incremento del 2,8% rispetto al 2017

In occasione dell'inaugurazione del Padiglione Stampa dell'Ausl, che ospita il Centro di Salute mentale e il Sert, sono stati illustrati anche i dati che riguardano i consumi di tabacco e alcol nella popolazione riminese

L’abitudine al fumo

Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. Nel mondo il fumo è il primo fattore di rischio evitabile di morte prematura. In Romagna fuma sigarette meno di un terzo (28%) degli adulti 18-69enni, pari a una stima di circa 210 mila persone; il valore è in linea con quello regionale (28%) e nazionale (26%). A livello locale si va dal 26% di Cesena al 27% di Rimini al 29% di Ravenna e Forlì. Ancora troppo bassa l’attenzione degli operatori al fumo: solo 1 fumatore su 2 riferisce di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da un medico o da un operatore sanitario. Il numero di cittadini che nel corso degli anni si sono rivolti al Centro AntiFumo per la cessazione dal fumo di tabacco si attesta sui 150 – 180 l’anno. I numeri seppur non elevati denotano come il servizio sia piuttosto conosciuto nell’offerta assistenziale del processo di disassuefazione da tabacco che offre percorsi specialistici ed eterogenei.

Affluenza utenti tabagisti. Andamento negli anni (Valori assoluti)

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I tabagisti costituiscono l’8,0% dell’utenza trattata nel 2018 (125 utenti). Il 62,8% ha un’età superiore a 49 anni (l’età media è di 57 anni) e più della metà sono donne (53,0%). Quest’ultimo dato sarebbe in tendenza con l’incremento dell’abitudine al fumo fra le donne registrato dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2018. Un soggetto su due (51,2%) ha iniziato a fumare prima dei 16 anni, per più di 8 utenti su 10 il presente percorso di disassuefazione è l’ennesimo tentativo per smettere di fumare e circa la metà consuma almeno 20 sigarette al giorno (42,4%). Da segnalare la quota di soggetti che hanno espresso una richiesta di aiuto per mantenere la propria sospensione del consumo (21,6%). Rispetto al 2007, aumentano celibi/nubili, operai, chi possiede una dimora stabile e quelli che hanno iniziato a fumare precocemente mentre diminuiscono disoccupati e forti fumatori (almeno un pacchetto al giorno).

I consumi di alcol

L’alcol contribuisce a determinare molteplici e rilevanti problemi sanitari e sociali: al consumo di alcol viene attribuito circa il 4% del carico di sofferenze in termini di anni di vita in buona salute persi con un impatto economico significativo. Si considerano comportamenti a rischio tre modalità di assunzione di alcol: il consumo abituale elevato (maggiore di 2 unità alcoliche al giorno nell’uomo e 1 nella donna), il consumo abituale fuori pasto e il binge drinking. L’unità alcolica corrisponde ad una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore. Tra i fattori di rischio comportamentali il consumo di alcol rappresenta l’abitudine di cui si ha meno consapevolezza.

Nel corso del 2018 le persone che hanno fruito dei servizi del Centro Alcol per problemi alcolcorrelati sono stati 1.162, con un incremento del 2,8% rispetto al 2017. I soggetti residenti trattati nel 2018 sono stati 428. Si tratta per la maggior parte di utenza già nota (76,0%), di genere maschile (65,8%) e che ha un’età media di 48,6 anni. Il 4,0% ha un’età inferiore ai 30 anni ed il 65,5% si posizione nella fascia d’età 40 – 59 anni con un’età media pari a 48,6 (range 17-81). La bevanda prevalente è il vino (per gli ultracinquantenni), seguono birra e superalcolici.

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