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Cronaca

I giudici del Tar dell'Emilia Romagna non sciolgono il nodo sull'aeroporto

Serviranno uno o due mesi per venire a capo del ricorso sul bando di assegnazione dello scalo riminese presentato da una delle cordate sconfitte da AiRiminum

Nulla di fatto. Come da copione al termine dell'udienza di oggi il Tar dell'Emilia-Romagna, chiamato a esprimersi sui ricorsi al bando di assegnazione dell'aeroporto 'Federico Fellini' di Rimini presentati da una delle cordate sconfitte da AiRiminum, il Consorzio per lo sviluppo dello scalo, "si è riservato di decidere". Come spiega il consigliere delegato dell'Ati, Sergio Miotto, ci sarà da attendere "uno o due mesi" per avere la sentenza definitiva. Probabilmente in contemporanea con quella relativa a un altro ricorso presentato dal curatore Renato Santini.

Nell'udienza di oggi sono state ribadite, aggiunge Miotto, le tante questioni aperte, dal capitale sociale, a detta del Consorzio "non ancora totalmente versato" da parte di AiRiminum, alla mancanza nel bando del "Codice identificativo gara", che impedisce di fatto la tracciabilità dei movimenti di denaro. I due ricorsi mirano a contestare la validità del bando, chiedendo la sospensione della gara e a sostenere l'"illegittimità" del provvedimento di aggiudicazione per mancata esclusione di AiRiminum. I motivi, precisa l'avvocato Sebastiano Capotorto, del Foro di Roma, che cura gli interessi legali del Consorzio, "rappresentano altrettanti sintomi della grave patologia da cui è affetta la procedura di gara seguita dall'Enac". Fari puntati proprio sulla mancanza del codice di gara, ma anche sulla "completa assenza tra i requisiti richiesti di qualunque esperienza gestionale" e "di referenze bancarie idonee in capo all'aggiudicataria AiRiminum". Queste, insieme "alle svariate irregolarità del procedimento seguito", testimoniano, afferma il legale, "non solo la disinvolta superficialità della stazione appaltante, ma anche e soprattutto la palese illegittimità degli atti impugnati".

Per cui, conclude Capotorto, l'auspicio è che il Tar riconosca le obiezioni mosse nel ricorso "e annulli la gara e per far riaprire la procedura. Solo così gli interessi pubblici saranno rimessi in primo piano, sanzionando una iniziativa improvvisata quanto opaca". E se lo scalo è tornato da qualche giorno in attività, Miotto ci mette il carico e la definisce una "pseudoapertura". Infatti, "cinema a parte, stiamo parlando per ora di un aereoporto di terzo livello con 80 passeggeri che atterra due volte la settimana" e di una "infrastruttura in condizioni pietose".

(Agenzia Dire)

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