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Cronaca

Autonomia regionale, l'incontro in Provincia: "Sarà un vantaggio per sanità, l'istruzione e le imprese"

"Ci stiamo impegnando per l'attuazione che non metterà mai in discussione i principi di solidarietà tra i territori e l'unità nazionale"

Si è svolto lunedì pomeriggio in Provincia un incontro di approfondimento sulla proposta della Regione Emilia-Romagna di regionalismo differenziato, anche alla luce della prima fase di negoziato svolto col Governo. Presieduto dal presidente della Provincia Riziero Santi, all’incontro, che ha coinvolto gli amministratori e le autorità locali, sono intervenuti l’Assessore regionale al riordino istituzionale, Emma Petitti, e la professoressa Claudia Tubertini, docente di diritto amministrativo all’Università degli Studi di Bologna che ha illustrato i tratti salienti della proposta dell’Emilia-Romagna, le tappe del negoziato con il Governo e il ruolo del Parlamento. La proposta della Regione per l’autonomia differenziata non mette in discussione l’unità nazionale e la solidarietà fra territori, ma si fonda sull’art. 116 della Costituzione che consente alle Regioni non a statuto speciale di acquisire maggiori autonomie, e il conferimento di poteri rafforzati prevede una procedura che richiede l’approvazione del Parlamento a maggioranza assoluta.

I requisiti

Le 15 competenze richieste dall’Emilia-Romagna sono: tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; norme generali sull’istruzione; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; governo del territorio; protezione civile; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali; tutela della salute; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni; organizzazione della giustizia di pace; agricoltura, protezione della fauna, esercizio dell’attività venatoria e acquacoltura; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; ordinamento sportivo. “Un momento di confronto importante – è la dichiarazione del presidente della Provincia Santi – con i rappresentanti del territorio provinciale quello di oggi. Abbiamo analizzato la situazione in essere e la proposta concreta avanzata dalla Regione Emilia-Romagna, molto ben illustrata dalla professoressa Tubertini. Ritengo che l’attuazione dell’art. 116 della Costituzione, pienamente condivisibile nei contenuti e nella forma avanzate dalla nostra Regione, sia legato anche alla riforma delle Province, e in questo senso auspico che il riordino conduca ad un sistema integrato che promuove tutte le autonomie senza contrapposizioni tra Stato, Regione ed Enti locali, garantisca livelli essenziali di prestazioni in tutti i territori e salvaguardi e rafforzi le funzioni fondamentali che svolgono le Province".

"Sono contenta di poter approfondire insieme agli amministratori locali – ha dichiarato l’assessore regionale Petitti - un tema tanto importante come quello dell’Autonomia regionale, una dei più grandi progetti proposti dall’Emilia-Romagna al Governo in questa legislatura. Il tutto, nel pieno rispetto della Costituzione e senza mai mettere in discussione i principi di solidarietà tra i territori e unità nazionale. Un’occasione da non perdere e su cui, insieme al Presidente e alla Giunta, ci stiamo fortemente impegnando perché ne venga data attuazione, in quanto consapevoli dei vantaggi concreti che può apportare alla vita dei cittadini, al mondo delle imprese, della sanità, dell’istruzione e al sistema economico in generale. In tale contesto puntiamo ad alzare ulteriormente il livello di efficienza ed efficacia dei nostri servizi, delle nostre politiche, della nostra capacità di programmare le risorse e gestire i gli investimenti. Il progetto ci permetterà, finalmente, di ridefinire, nel quadro nazionale, i Livelli essenziali delle prestazioni in un’ottica di riqualificazione della spesa pubblica. La richiesta è stata elaborata fin dall’inizio con il prezioso contributo della società emiliano-romagnola - sindacati, imprese, università, associazioni, territori –, un lavoro di squadra che ci ha permesso di formulare una proposta seria, realistica e che rappresentasse al suo interno le diverse esigenze provenienti dagli stakeholder. Se la proposta di Autonomia dovesse passare, sarebbe una grande opportunità per i cittadini, il territorio e il Paese intero".

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