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Cronaca

Inchiesta Meeting, assolti i vertici di Comunione e Liberazione

I tre dirigenti erano finiti a processo con l'accusa di aver ideato e realizzato il disegno che avrebbe permesso di ottenere le contribuzioni illecite da parte degli enti pubblici

Il giudice monocratico, nella giornata di martedì, ha assolto i vertici del Meeting di Rimini rinviati a giudizio per una vicenda legata alle contribuzioni pubbliche alla manifestazione di Comunione e Liberazione perchè il fatto non sussiste. A finire sotto processo davanti al giudice del Tribunale di Rimini erano stati l'amministratore, il direttore generale ed il responsabile amministrativo della Fondazione Meeting accusati di aver ideato e realizzato il disegno che avrebbe permesso al Meeting di ottenere le contribuzioni illecite da parte degli enti pubblici. Il pubblico ministero, che ha indagato i tre responsabili accusati di aver intascato fondi pubblici manipolando i bilanci della manifestazione per farli figurare in perdita, aveva chiesto per i tre accusati la pena di 1 anno di reculsione per l'associazione, invece, è stata chiesta l'applicazione della legge 231 del 2001 per i reati di false comunicazioni sociali. L'inchiesta risale al dicembre del 2012 quando il nucleo polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini ha sequestrato beni per oltre un milione di euro tra immobili e saldi attivi risultanti dai rapporti bancari intestati alla Fondazione Meeting per l'amicizia fra i popoli e agli amministratori della stessa Fondazione.​ Accuse che, da parte della Fondazione, sono sempre state respinte perché ritenute “infondate” nonostante, nel febbraio del 2013, vennero restituiti i fondi che, secondo la Procura, erano stati ricevuti irregolarmante all’Agenzia di marketing turistico della riviera di Rimini, organo pubblico della Provincia tra l’altro in liquidazione per via della scarsità di fondi in vista dell’abolizione degli enti intermedi.

“E’ stata accerta la verità. Siamo sempre stati certi di aver operato con massima trasparenza e correttezza”, questo il commento della Presidente del Meeting Emilia Guarnieri  in relazione alla sentenza di piena assoluzione emessa dal Tribunale di Rimini nei confronti della Fondazione, del Direttore Generale Sandro Ricci, del Responsabile Amministrativo Roberto Gambuti e del delegato del Legale Rappresentate Massimo Conti. “Cogliendo ancora una volta, come l'esperienza ci ha sempre educato a fare, il valore positivo di ogni circostanza - prosegue la Presidente - potrei quasi dire che queste vicende sono state occasione per fare ancora meglio ciò che comunque, da 37 anni, rappresenta una nostra certa e condivisa preoccupazione, cioè che tutto il nostro operare avvenga nell'ambito del più assoluto e limpido rispetto delle leggi. Riterrei infatti assolutamente contraddittorio – ha concluso la Guarnieri - lavorare per costruire qualcosa di buono per gli uomini e per la società e farlo in violazione delle norme che regolano la convivenza civile. Un doveroso ringraziamento va ai nostri legali, ai nostri consulenti che hanno fatto un lavoro straordinario ma anche a tutte le persone che in questi anni ci hanno accompagnato con la loro stima e amicizia!"

"Come abbiamo affermato anche nel corso dell'arringa difensiva - spiegano gli avvocati Cesare e Roberto Brancaleoni - siamo onorati di aver assunto e sostenuto in questi anni la Difesa di persone, come il Dott. Conti ed il Rag. Gambuti, delle quali abbiamo avuto modo di apprezzare qualità morali ed umane di grande spessore; persone che ispirano le loro condotte al bene, ai valori veri ed al rispetto della Legge. Sin dal primo giorno abbiano creduto ed affermato la loro totale estraneità a qualsiasi condotta illecita e siamo ovviamente soddisfatti per l'odierna sentenza del Tribunale di Rimini. La piena assoluzione "perché il fatto non sussiste" rende loro Giustizia, facendo sì che non possa rimanere neppure l'ombra del dubbio sull'operato di persone che hanno sofferto grandemente per il sol fatto di essere state accostate ad un'ipotesi di reato".

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