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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Uranio e militari morti all'estero, indaga anche la Procura di Rimini

Il pubblico ministero di Rimini, Davide Ercolani, ha aperto un fascicolo d'inchiesta sulle munizioni all'uranio impoverito in cui si ipotizzano l'omicidio colposo

Il pubblico ministero di Rimini, Davide Ercolani, ha aperto un fascicolo d'inchiesta sulle munizioni all'uranio impoverito in cui si ipotizzano l'omicidio colposo e la violazione dell'articolo 117 del codice penale militare di pace, relativo all'omessa esecuzione di un incarico. Come persona informata dai fatti, il magistrato ha ascoltato l'ex pilota Domenico Leggiero, esponente dell'Osservatorio militare, come persona informata sui fatti.

Leggiero ha consegnato una banca dati con i nomi di 70mila militari italiani impegnati negli anni in missioni all'estero. Il fascicolo aperto da Ercolani riguarda i proiettili all'uranio impoverito usati in Bosnia, Iraq e Kosovo. Inizialmente 'fascicolo conoscitivo', è poi diventato a carico di ignoti, in seguito alla denuncia dei familiari del maresciallo dei carabinieri Giovanni Mancuso, morto nel 2010, che partecipò ad una missione a Nassiriya.

I nomi consegnati martedì riguarda militari italiani impegnati in missioni all'estero, le circolari interne del ministero della Difesa tra il 1999 e il 2000 a proposito dei rischi dell'uranio impoverito e le comunicazioni Nato sull'argomento. Tra i 70mila vi sarebbero già sei militari che hanno avuto problemi di salute compatibili con le patologie già riscontrate in altri casi ipoteticamente riconducibili all'uso di proiettili all'uranio.

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