rotate-mobile
Cronaca

Nell'inferno dell'A14: "il commando ha schiantato l'auto davanti alla nostra"

La testimonianza di un riminese che si è trovato in mezzo alla sparatoria tra i caselli di Valle del Rubicone e Cesena

E' ancora scosso, a quasi 24 ore dall'assalto del furgone portavalori in autostrada, un riminese 36enne che ha assistito in prima persona al prologo dell'inferno che si è scatenato in A14 tra i caselli di Valle del Rubicone e Cesena. Una scena che, difficilmente, dimenticherà e che lo ha costretto a compiere una inversione a U pur di fuggire indenne. "Erava su un furgone io e il mio collega - racconta Marco - e da Cesena siamo entrati in autostrada per tornare a Rimini. Lungo l'A14 c'erano dei lavori stradali e, la carreggiata sud era stata chiusa con il traffico incanalato in quella nord con gli operai che stavano lavorando. I veicoli davanti a noi hanno iniziato a rallentare e, subito, ho pensato che potesse esserci stato un incidente anche perchè, dalla parte opposta, non vedevo arrivare altri veicoli".

Assalto al portavalori in A14

"Ad un certo punto - prosegue nella sua testimonianza - dalla parte opposta è arrivata un'Audi a tutta velocità che ha iniziato a compiere delle strane manovre fino ad andare a schiantarsi contro il new jersey praticamente davanti ai nostri occhi. Dall'abitacolo sono scesi tre individui incappucciati che, dopo aver cosparso di benzina la vettura, gli hanno dato fuoco. Tutto intorno ho visto gli operai che scappavano e, gli altri automobilisti rimasti incolonnati, che cercavano di fuggire. Ho urlato al mio collega di fare una inversione a U e fuggire a tutto gas mentre, col cellulare, ho dato l'allarme alla polizia di Stato. Siamo scappati fino al casello di Cesena e, una volta usciti dall'A14, abbiamo scoperto cosa era successo più avanti".

IL VIDEO DELL'ASSALTO

Proseguono, intato, a ritmo serrato le indagini della polizia di Stato per tentare di individuare i componenti del commando entrato in azione. Anche la quantificazione del bottino è ancora da valutare con esattezza ma, al momento, sembrerebbe che a prendere il volo siano stati tra i 5 e i 600mila euro degli oltre 2milioni custoditi nel mezzo blindato. Ad evitare che la rapina fosse più ingente è stato il sistema installato sul portavalori che, appena i malviventi hanno attaccato la corazza del tettuccio con un flessibile, è entrato in azione riempiendo di schiumogeno il vano con denaro che, solidificandosi, ha reso impossibile asportare altri sacchi di contanti. Difficile anche valutare quanti banditi siano entrati in azione, anche perché hanno colpito in più punti dell'A14. Un gruppo, per creare il “vuoto” in autostrada, ha bloccato il traffico, bruciando auto e sequestrandone altre, facendo sgomberare le auto in fila sotto la minaccia delle armi, con i volti travisati da passamontagna. Un altro gruppo ha assaltato i tir, per bloccare il passaggio delle vetture che arrivavano da sud e rallentare le forze dell'ordine. E un terzo avrebbe assaltato il portavalori.

Momenti di terrore anche per il personale della Civis, che viaggiava sul furgone, rimasto asserragliato nell'abitacolo del mezzo blindato mentre, da tutte le parti, arrivavano le raffiche dei kalashnikov e dei fucili a pompa. Per le tre guardie giurate l'unica speranza era quella che, come è poi successo, i vetri antiproiettili reggessero al fuoco sparato ad altezza d'uomo.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nell'inferno dell'A14: "il commando ha schiantato l'auto davanti alla nostra"

RiminiToday è in caricamento