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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

L'insalata del futuro è riminese e viene coltivata nel campo più grande d'Europa

L'imprenditore Gianluca Rossi al Macfrut con "Ninfa", l'insalata idroponica: grazie alla coltivazione in acqua sono ridotti consumi e inquinamento

L'innovazione è servita in tavola. Alla fiera Macfrut, la vetrina italiana dell’ortofrutta nel mondo, in una delle tre “aree dinamiche”, nei padiglioni deel Greenhouse Technology Village, il villaggio dell’innovazione orticola in serra, è possibile trovare l'insalata idroponica, ovvero coltivata in acqua. Un prodotto rivoluzionario che parla "romagnolo". A produrla è infatti l'azienda riminese Rossi Ortofrutta, dell'imprenditore Gianluca Rossi, leader del settore. Un progetto che ha radici anche nel Ravennate. Alla fiera di Rimini è stata allestita una serra per presentarla al mondo (stand 029, padiglioni B7D7).
L'insalata si chiama Ninfa ed è coltivata in acqua, nel sito produttivo, unico in Europa per dimensioni, nei confini dell’area protetta del parco regionale del Delta del Po, nella località Savio. Lo spazio occupa una superficie coperta di 13 ettari. Romana, gentilina o trocadero, queste le qualità dell'insalata che si possono gustare. Le piante crescono su pannelli galleggianti con le radici immerse nell’acqua potabile, filtrata dall’impianto ad osmosi e fertilizzata con sali minerali, dove le piante trovano nutrimento. La fase di crescita non subisce stress o trattamenti, le sostanze diserbanti sono infatti totalmente abolite.

L'insalata del futuro è riminese, si chiama Ninfa

Il sistema usato è quello della produzione integrata regolamentata dal disciplinare dell’Emilia Romagna che esige l’impiego di molecole fungicide e insetticide a basso impatto ambientale. I test effettuati hanno evidenziato un netto miglioramento delle caratteristiche organolettiche e di sapore, con una concentrazione di sali minerali, soprattutto calcio e fosforo, maggiore rispetto al prodotto tradizionale. Inoltre, c'è massima attenzione all'impatto ambientale. Il consumo idrico è ridotto al 70-80% rispetto a quello tradizionale. Sono eliminate tutte le pratiche meccaniche svolte con mezzi agricoli (necessarie per le coltivazioni in campo) con una riduzione del 90% dell’inquinamento ambientale e acustico.

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