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Cronaca

Metromare e nuova questura, Gnassi contro Morrone: "Lo volevate abbattere, ma qui le opere si fanno"

"Qui non si dicono bugie, come sulla questura. Al mio fianco con i lavoratori e sindacati non ho mai visto né Morrone ne Salvini"

La gioia e l'entusiasmo per la corsa di prova del Metromare hanno lasciato lo spazio alla polemica. O almeno, a togliersi qualche pesante sasso dalla scarpa. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi giovedì, a poche ore dall'anteprima della metropolitana di costa, scatta una foto e scrive un post al vetriolo contro Morrone della Lega.

"Sì a Rimini sono e siamo al capolinea. Finalmente. Ma del Metromare, caro Morrone. Che voi volevate abbattere. E che invece butterà giù muri, renderà Rimini e Riccione più forti nel mondo e darà più servizi alla nostra gente. Certo ci vorrà un po’ perché sia tutto a puntino con Ferrovie, ma qui le opere si fanno e non si dicono bugie, come sulla questura. Al mio fianco con i lavoratori e sindacati per spiegare che dovevano trasferirsi da Bornaccini non ho mai visto né Morrone ne Salvini e l'assegno da 700mila euro per liberare Bornaccini per i poliziotti aveva la firma di enti locali, non dell'ex ministro".

Continua Gnassi: "Con voi due la questura è rimasta in fascia C, e invece di rinforzi strutturali abbiamo visto selfie su moto d'acqua. Abbiamo visto saltare l'acquisto per 7,5 milioni di Ugo Bassi, decadere l'immobile e abbandonare la Giulio Cesare. Capisco che il sovranista forlivese abbia un insano piacere a far saltare le opere a Rimini. Ma qua non siamo abituati né a prenderle, né ad avere padroni, né siamo abituati alle bugie. “Oggi caro Morrone, da Rimini, niente sardine, oz, sa stal cazedi, at dêm la renga"

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