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Cronaca

Metromare, l'attacco di Uil: "Parte o non parte? La politica deve fare chiarezza"

Giuseppina Morolli, segretario generale: "Siamo rimasti allibiti quando abbiamo sentito in Commissione che verrà fatto partire il 23 novembre per poi essere fermato dopo tre mesi"

Duro attacco sul fronte Metromare arriva da Giuseppina Morolli, segretario generale Uil Rimini. "Il TRC poi Metromare, che noi, la Uil in tempi non sospetti, avevamo ritenuto opera troppa costosa così come si è rivelata, opera pensata 30 anni fa poi rivisitata, decisa dalla politica sulla testa dei cittadini riminesi e riccionesi, essendo stato impossibile bloccarla, cosa possiamo fare oggi per impedire ulteriore sperpero di denaro pubblico?"

"Abbiamo partecipato come UIL in veste di uditori alla II commissione del comune di Rimini, siamo rimasti allibiti in quanto si intende far partire il Metromare il 23 novembre in fase sperimentale, per poi fra tre mesi, quando arriveranno i nuovi mezzi dal Belgio fermarlo, per poi farlo ripartire di nuovo! A cosa serve un’opera che non raggiunge gli alberghi, le altre infrastrutture esistenti sul territorio ((aeroporto, fiera, ospedale) secondo noi occorre fare il possibile per evitare l’impatto disastroso che ha già prodotto e sta producendo. Per raggiungere l’aeroporto si utilizzerà un tapis roulant, ma siamo su scherzi a parte? Vorrei sapere chi è il genio che ha avuto questa idea. Inoltre si intende collegare il Metromare con la fiera, ma non si poteva progettare prima? Lungimiranza politica zero, si vive alla giornata, non si programma in maniera seria sul medio e lungo periodo. Va di moda il dilettantismo in questo territorio".

Prosegue Morolli: "Perché non farlo partire quando ci saranno i nuovi mezzi? Abbiamo aspettato tanto, perche buttare via soldi inutilmente? Per quanto riguarda la Linea 11 da Rimini a Riccione oggi esistono 49 fermate il Metro mare ne fa 11, come si ovvierà a questa cosa? Su chi ricadranno i costi? Non vogliamo essere cassandre, ribadendo non solo la dubbia utilità di un'opera simile, ma anche la certa perdita di gestione che quest'opera si porterà dietro nel tempo e che dovrà essere coperta con la fiscalità generale e cioè con le tasse. Tanto poi per ripianare c’è chi paga, i soliti noti : lavoratori dipendenti e pensionati. Noi questa tesi la sosteniamo da sempre..Perché il peso di una futura gestione deficitaria ricadrà sulle spalle di tutti".

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