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Cronaca Zona Fiera / Viale Alberto Simonini

Necropoli di via Simonini, il Comune: "seguiamo i lavori degli archeologi"

Il ritrovamento di alcune tombe del I secolo dopo Cristo è avvenuto nel cantiere dove sorgerà il motore immobiliare di Acquarena

Il Comune di Rimini è pronto a controllare minuziosamente tutta la campagna di scavi archeologici dopo che, nella giornata di mercoledì in via Simonini, è emerso il ritrovamento di una necropoli di età imperiale risalente al I secolo dopo Cristo. La scoperta era stata fatta nella zona dove, secondo i progetti, dovrebbe svilupparsi il motore immobiliare, fatto di appartamenti e aree commerciali, nell'ambito di Acquarena. “Che Rimini abbia una storia sepolta nel suo sottosuolo è un fatto che, nel tempo, ha avuto innumerevoli prove - ha spiegato palazzo Garampi in un comunicato stampa. - Ne sono conferma anche i recenti ritrovamenti emersi durante i lavori in corso in via Simonini, che hanno portato alla luce reperti di età imperiale attualmente al vaglio della Soprintendenza. Nasce proprio dalla consapevolezza della ricchezza della nostra storia e dalla volontà di valorizzarla, la decisione di seguire con minuziosità e attenzione i cantieri attualmente in corso, con il presidio costante e competente della Soprintendenza".

Dagli scavi emerge una necropoli del I secolo d.C. (Foto: GrenOuille)

"Ricordiamo - spiegano dal Comune - che, prima dell’avvio dei lavori, nell’area del comparto ex Palacongressi era stata eseguita un’accurata campagna di indagine archeologica da parte di ditte specializzate per verificare la consistenza di eventuali stratificazioni ancora conservate nel sottosuolo. La Soprintendenza aveva quindi effettuato circa 40 carotaggi, che hanno portato ad escludere scoperte archeologiche di rilievo. L’area interessata dalla realizzazione del comparto commerciale–residenziale privato dove sono stati effettuati gli ultimi rilievi è quotidianamente sorvegliata dagli archeologi e dai geologi, sotto la direzione della stessa Soprintendenza, proprio allo scopo di verificare l’eventuale presenza di reperti e tutelare quindi eventuali ritrovamenti di rilievo. Una modalità di monitoraggio accurata e minuziosa che, come dimostrano i recenti ritrovamenti, consente alla Soprintendenza di intervenire in maniera immediata e di poter quindi approfondire l’entità e il valore dei reperti emersi. Così come è stato per altre opere in corso che hanno comportato importanti scavi – come è stato ad esempio il Fulgor o il teatro Galli – il sopravvenire di scoperte archeologiche di qualsiasi entità saranno raccolte, esaminate e valutate di concerto con la Soprintendenza, per poterle valorizzare con gli strumenti più idonei, portando avanti di pari passo le opere progettate e in corso”.

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