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Cronaca

Le nuove generazioni riminesi e il sesso: il primo rapporto a 13 anni

I dati del consultorio "Spazio Giovani 360°", nel 2014 aiutate 32 ragazzine minorenni alle prese con la prima gravidanza

Il tema dell’educazione sessuale dei giovani è sempre più di attualità e, proprio per venire in contro alle nuove generazioni, le Ausl hanno istituito i consultori dove si crea un punto di primo contatto tra i giovani e il personale specializzato. Conosciuti soprattutto per essere i luoghi dove è possibile farsi prescrivere la pillola del giorno dopo, in realtà i consultori possono riuscire in quello che continua ad essere, in Italia, un “buco nero” come l’insegnamento dell’educazione sessuale. Qui è possibile infatti trovare sempre qualcuno in grado di fornire gratuitamente, e in maniera anonima per gli utenti, i giusti suggerimenti in un ambito in cui spesso, soprattutto i minori, sono lasciati soli. La struttura riminese, coordinata dal dottor Maurizio Bigi, è lo “Spazio Giovani 360°” che opera nelle strutture di Rimini e Riccione dove, nel corso del 2014, sono stati 1086 i giovani tra i 14 e i 20 anni a venire seguiti per un totale di 4703 prestazioni. L’età media del primo rapporto sessuale è intorno ai 15 anni ma, in alcuni casi, l’età scende fino a 13 anni con la più giovane, che si è presentata in stato interessante, che aveva 15 anni.

bigi2-2In ogni famiglia arriva il momento in cuispiega il dottor Bigi (nella foto a destra) i genitori devono affrontare il tema della sessualità coi propri figli ma, spesso, non sono preparati all’argomento. Se le vecchie generazioni avevano a loro disposizione l’esperienza degli amici più grandi, quelle di oggi devono fare i conti con il web dove, purtroppo, spesso la sessualità è vissuta in maniera distorta. Ecco che il consultorio può aiutare ragazzi e genitori ad affrontare il tema della sessualità e affettività mettendo a disposizione un’èquipe di professionisti specializzata”.

In Romagna prosegue Bigicome nelle altre parti d’Italia la media del primo rapporto sessuale è intorno ai 15 anni ma, i genitori, difficilmente si rendono conto di quello che sta accadendo ai propri figli e questo può provocare non pochi problemi. È necessario mettere da parte la falsa morale e farsi un esame di coscienza affrontando l’argomento in maniera preparata. Spesso, infatti, nel consultorio i ragazzi vengono accompagnati dai genitori e, qui, possono trovare assistenti sociali, psicologo e personale medico e ostetrico pronto a rispondere adeguatamente alla situazione che si presenta caso per caso. Non si tratta assolutamente di sostituirsi alla famiglia quanto di creare un percorso comune. È anche da sfatare il luogo comune che, qui, si venga solo ed esclusivamente per interrompere una gravidanza indesiderata. Quella, nel caso, può essere una conseguenza di una non corretta educazione sessuale. Con noi, i ragazzi possono parlare di contraccezione e, il medico, prima di prescrivere la pillola a una minorenne esegue un colloquio approfondito con lei”.

È inutile nascondere che i problemi ci sonoaggiunge il responsabile del consultorio.Nel corso del 2014, allo spazio giovani, abbiamo seguito 87 gravidanze, di cui 32 di minorenni, che si sono concluse con 39 parti, 15 dei quali da mamme che avevano meno di 18 anni, e 48 interruzioni volontarie, 17 quelle di minorenni. Una gravidanza in età adolescenziale è, di per sé, difficile ma il nostro primo obiettivo è quello di portarla a termine fornendo alla giovane un supporto personalizzato da parte della nostra equipe per poi intraprendere un ulteriore percorso anche dopo la nascita. Se, invece, a tutti i costi la gravidanza vuole essere interrotta è nostro dovere informare che, anche l’aborto, è una pratica a rischio data l’età. Il supporto, ovviamente, viene fornito anche al padre che, non dobbiamo dimenticarlo, spesso e volentieri è anche lui minorenne e più spaventato della ragazza per quanto accaduto. La gravidanza in età adolescenziale, comunque, è un fenomeno trasversale e assolutamente non indice di disagio sociale ma, semmai, frutto di una mancata o sbagliata educazione sessuale”.

Nella provincia di Rimini, oltre a lavorare a stretto contatto con le associazioni, il personale dello “Spazio Giovani 360°” ha effettuato incontri in 14 scuole superiori e 3 istituti professionali, nel corso del 2014, dove in tutto sono stati coinvolti 2237 ragazzi per colloqui orientativi e di prevenzione ai quali si aggiungono gli accessi volontari nelle due sedi del consultorio.

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