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Cronaca

Maxi operazione antidroga della polizia: arrestati i "satelliti" di Marco Zinnanti

Sono 13 i pusher finiti in manette all'alba di lunedì tutti legati all'omicida di Covignano. Il gruppo di italiani avrebbe aiutato economicamente la famiglia del killer dopo che questi era stato bloccato per il delitto Bernabini. Tra gli acquirenti al dettaglio della droga, anche la figlia di Beppe Grillo

E' di 13 arresti per detenzione e spaccio di stupefacenti, eseguiti all'alba di lunedì, il bilancio dell'operazione "Satelliti" portata avanti dalla squadra Mobile di Rimini e partita in seguito alla cattura di Marco Zinnanti nel settembre del 2012. Le indagini sul gruppo di pusher, tra italiani e albanesi, erano partite all'indomani del fermo di Zinnanti per l'omicidio Bernabini quando, il gruppo di italiani, è finito nel mirino degli inquirenti della polizia. Mentre gli investigatori stavano cercando le prove per inchiodare il killer di Covignano, dalle intercettazioni era emerso che un riminese 24enne, un napoletano 22enne e una donna 48enne originaria di Padova già nota alle forze dell'ordine per spaccio internazionale di 20 chili di cocaina, tutti amici di Zinnanti, si erano incontrati più volte con la famiglia del ragazzo ribadendo più volte il concetto che l'avrebbero aiutata economicamente. I due ragazzi, inoltre, erano gli stessi che si trovavano in compagnia dell'omicida nelle ore che precedevano l'assassinio di Bernabini e che, alla prima udienza del processo, si erano presentati in tribunale con le t-shirt che inneggiavano al loro amico.

Operazione "Satelliti"

L'inchiesta ha permesso di accertare che il gruppo di italiani era in stretto contatto con dei pusher albanesi per acquistare varie partire di droga, marijuana e cocaina, per poi rivenderle sia all'ingrosso che al dettaglio. Il referente del trio di italiani era un albanese 40enne, già noto alle forze dell'ordine, che a sua volta si faceva aiutare dagli altri connazionali per reperire e vendere lo stupefacente. Quando il mercato della droga languiva, inoltre, il 40enne aiutato dai nipoti non disdegnava di mettere a segno vari colpi in ville e abitazioni del riminese i cui proventi venivano poi reinvestiti per l'acquisto di droga. In particolare, la 48enne era in contatto diretto con l'albanese per l'acquisto di partite all'ingrosso di droga che veniva poi girata al 24enne e al 22enne i quali, a loro volta, la rivendevano a uno spacciatore albanese 25enne che si occupava della vendita al dettaglio. Tra gli acquirenti al dettaglio della banda c'era anche Luna Grillo, figlia del fondatore del Movimento 5 Stelle, che era stata fermata dalla polizia, nel novembre del 2012, con 2 dosi di cocaina.

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