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Cronaca

Operazione "Life style", in manette spacciatori di cocaina e di anabolizzanti

Maxi blitz all'alba di mercoledì da parte della polizia di Stato che ha eseguito 17 misure di custodia cautelare

Cocaina e anabolizzanti, il mondo dello sballo in discoteca e quello delle palestre. Due ambienti completamente diversi ma che, con un unico filo conduttore, vedevano i vari personaggi smerciare "neve" e "bombe". E' scattata all'alba di mercoledì una maxi operazione della polizia di Stato, chiamata "Life style", con gli agenti che hanno eseguito 17 misure di custodia cautelare nei confronti di soggetti indagati, a vario titolo, di smercio di anabolizzanti e di spaccio di sostanze stupefacenti. L'inchiesta era partita all'inizio del 2016 quando, a finire nel mirino degli inquirenti, era stato il riminese Sonny Righetti implicato, insieme alla fidanzata Dalila Laricchia e al personal trainer Andrea Lampredi, in un giro di sostanze dopanti. I tre, secondo quanto ricostruito dal personale della squadra Mobile di Rimini, rifornivano di Wistrol, Rexocin e Trenbolone gli appassionati della forma fisica fornendo, anche, tutti i consigli per utilizzare le sostanze proibite.

Operazione "Life style"

E' stato proprio seguendo il filone del doping che, gli inquirenti sono arrivati a scoprire anche una vasto giro di cocaina che, secondo quanto emerso, aveva in Righetti e la Laricchia l'anello di congiunzione con il mondo delle discoteche. Una serie di intercettazioni telefoniche hanno permesso, partendo dallo spaccio al minuto soprattutto nel mondo delle discoteche, di arrivare prima ai trafficanti intermedi e, poi, agli importatori di "neve" che acquistavano la droga in Olanda. Tra i primi ad essere individuati c'è stato Massimo Del Baldo, noto pr delle discoteche riccionesi, a cui si rivolgevano i consumatori per acquistare le dosi. Era lui che, per gli investigatori, si riforniva dallo stesso Righetti, da Manuel Dalla Venezia e dall'albanese Eris Hjdari.

IL VIDEO DEGLI ARRESTI

A fornire la cocaina al gruppo erano Josè Neri, di origini colombiane, e Marco Santucci ritenuti dagli inquirenti il livello intermedio dello spaccio. Quest'ultimo, lo scorso aprile, si era reso protagonista dello speronamento di una pattuglia della polizia di Stato e del tentativo di investire un agente che lo aveva fermato. Secondo le ricostruzioni investigative, il Neri si stava recando dal Righetti per la consegna di una partita di cocaina quando era finito nella rete degli investigatori. Le successive intercettazioni telefoniche avevano fatto emergere come il ragazzo si fosse convinto che era stato Righetti a "venderlo" alla polizia e, nel corso di una concitata telefonata, gli aveva promesso una pronta vendetta ma, pochi giorni dopo, lo stesso Righetti era finito in manette sorpreso a spacciare cocaina con la fidanzata. Anche in quella occasione, nella perquisizione del domicilio della coppia, erano spuntati dei farmaci anabolizzanti.

Santucci e Neri, a loro volta, si rifornivano di cocaina da un gruppo di albanesi che la importava direttamente dall'Olanda. Il tratto d'unione tra i due italiani era Danis Muca che si interfacciava con Xhevdet e Erion Zaimi. le perqusizioni di mercoledì mattina, oltre a vari farmaci anabolizzanti, hanno permesso di trovare anche della cocaina e dei contanti facendo così scattare le manette anche per Redia Gjurai. Il bilancio finale, oltre ad individuare numerosi assuntori in tutta la provincia di Rimini, ha visto aprirsi le porte del carcere dei "Casetti" per il gruppo degli albanesi e per il Neri mentre, altri 7 indagati sono finiti agli arresti domiciliari e altri 2 sono stati colpiti dal divieto di dimora a Rimini.

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