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Cronaca

Giovani isolati e dipendenti dai social: un nuovo progetto del Rotary per aiutarli

Sta aumentando anche in Italia la sindrome di "Hikikomori", già 200mila i casi che coinvolgono ragazzi tra i 14 e i 22 anni

Giovani e dipendenze dalla Rete. Un problema che sta facendo scoprire nuovi disagi fra gli adolescenti per fare fronte a queste nuove realtà entra in campo anche il Rotary Club di Rimini. E' stato infatti presentato giovedì 28 febbraio al Grand Hotel di Rimini, il Progetto del Rotary Club Rimini a favore del Reparto di Psicopatologia dell’adolescenza, dell' Ospedale “Infermi”, dell’Unità operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza dell’Ausl della Romagna, con il sostegno del Distretto Rotary 2072, grazie a una sovvenzione della fondazione Rotary. Un ulteriore esempio di vicinanza della società civile alla sanità riminese.

Il progetto di supervisione, realizzato attraverso la messa in atto di un percorso formativo a favore degli operatori della Psicopatologia dell’adolescenza, è nato con l’obiettivo di fornire un supporto per agevolare il confronto costante con la malattia psichiatrica, in questo caso di minori. Il percorso ha permesso agli operatori di acquisire competenze e tecniche di gestione che sono state subito attivate e che dunque, ad oggi, sono prassi operativa nell’attività quotidiana del reparto. Il dottor Andrea Tullini, direttore dell'Unità operativa e gli operatori del reparto, nel corso del progetto, hanno monitorato l’impatto sulle attività e sulla gestione dei pazienti, evidenziandone già i primi risultati positivi.

Nel corso della serata la dottoressa Daniela Rebecchi, consulente a cui è stata affidata l’attività di conduzione degli incontri relativi al progetto, è intervenuta sul tema “I mille volti della dipendenza da internet e social network: il caso Hikikomori”. La sindrome prende il nome “Hikikomori” da un termine giapponese che significa “isolarsi”. Un fenomeno scoperto in Giappone negli anni Ottanta e che sta dilagando in tutto il mondo. In Italia si stimano oltre 200mila casi che coinvolgono ragazzi tra i 14 e i 22 anni.


 

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