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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Patenti nautiche in vendita, arrestati 2 sottoufficiali della Capitaneria di Porto

Un collaudato sistema, messo a punto dai due militari, permetteva a chiunque di acquistare il documento. Un giro d'affari da diverse decine di migliaia di euro, oltre 30 le patenti sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti

Sono stati arrestati dai carabinieri di Rimini, nella mattinata di mercoledì, due sottoufficiali della Capitaneria di Porto accusati, a vario titolo, di concussione, corruzione, falso e rivelazione di atti coperti dal segreto. I due militari, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbero messo in piedi un collaudato sistema per vendere le patenti nautiche che ha fruttato un gruzzolo da diverse decine di migliaia di euro. A finire in manette è stato il maresciallo Claudio Stasi, 53enne in forza alla Capitaneria di Porto di Rimini, e il luogotenente Vincenzo Loiacono, 58enne in forza alla Capitaneria di Pesaro e in pensione dalla metà del 2014. Indagati a piede libero, invece, un terzo sottoufficiale della Capitaneria, un 41enne in forza a Cervia, e altre 9 persone che hanno beneficiato delle patenti nautiche senza mai sostenere gli esami necessari per conseguirle.

A scoperchiare il sitema messo a punto dai militari è stato, nel 2012, il presidente della Cooperativa Pescatori di Cattolica che, dovendo variare la propria patente nautica, si era rivolto alla Capitaneria per le pratiche necessarie. L'incartamento era approdato sulla scrivania di Stasi, all'epoca responsabile delle pratiche amministrative relative alle patenti nautiche, il quale aveva chiesto immediatamente del denaro per velocizzare la procedura che, a suo dire, aveva qualche inghippo per delle presunte irregolarità. Per sbloccare la situazione, il 53enne aveva chiesto un pagamento di 400 euro ma il presidente della coop si era rivolto immediatamente alle forze dell'ordine. Era così iniziata un'indagine che, quasi subito, aveva permesso di scoprire alcune irregolarità nella concessione delle patenti nautiche e il cellulare del maresciallo era stato messo sotto cotrollo.

Era quindi emerso un quadro particolarmente allarmante nel quale erano coinvolti un'agenzia di pratiche navali di Bellaria, dove il 41enne impartiva le lezioni per conseguire le patenti nautiche, il luogotentente Loiacono che, da Pesaro, inviava i canditati a Rimini dove avrebbero dovuto sostenere gli esami, e Stasi che si occupava di tutte le pratiche e gli esami per il rilascio del documento. A finire indagati anche le 9 persone che, in maniera fraudolenta, hanno conseguito la patente nautica dietro pagamento. Secondo quanto emerso, i candidati si limitavano a versare una somma di denaro, tra i 5 e i 13mila euro a testa a seconda delle loro possibilità economiche, e come per magia riuscivano a passare i difficili esami senza nemmeno presentarsi per sostenerli. Stasi, infatti, compilava di proprio pugno i quiz e i test cartografici firmandoli con il nome del candidato anche se, almeno in una occasione, avrebbe clamorosamente sbagliato le risposte ma, nonostante questo, l'aspirante capitano era riuscito ad ottenere il documento.

In un'altra occasione il sottoufficiale 41enne, grazie all'intervento di Stasi, aveva consegnato in anticipo a un candidato le domande dell'esame dietro un compenso. Per quanto riguarda Loiacono, invece, secondo gli inquirenti si sarebbe limitato a segnalare a Stasi gli aspiranti marinai di Pesaro e a fare da tramite per far ottenere loro la patente nautica. Nel corso delle indagini, dopo alcune perquisizioni a Pesaro e a Bellaria, Stasi si sarebbe iniziato ad insospettire e sarebbe arrivato a chiedere a una militare della Capitaneria di Porto di Rimini di aprire la cassaforte del comandante per conoscere il contenuto di alcuni incartamenti che lo riguardavano. Proprio per il pericolo dell'inquinamento delle prove, il gip del Tribunale di Rimini ha accolto le richieste del pubblico ministero Davide Ercolani, titolare dell'indagine, sulla custodia cautelare in carcere per i due principali indagati. Degli altri, finiti nella rete dei carabinieri, 7 sono pesaresi, 1 bellariese e 1 di Savignano. Sono almeno una 30ina le patenti nautiche che, adesso, sono sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti i quali ipotizzano che il sistema messo in piedi da Stasi andasse avanti almeno fin dal 2000.

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