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Cronaca

Poliziotto accusato di truffa, trovati proiettili da guerra e materiale compromettente

Si aggrava pesantemente la posizione dell'agente della polizia di Frontiera arrestato dai colleghi nella giornata del 6 settembre

Si aggrava pesantemente la posizione dell'agente della polizia di Stato, in forza al posto di frontiera dell'aeroporto "Federico Fellini" di Rimini, arrestato dai colleghi lo scorso 6 settembre per truffa aggravata ai danni dello Stato e istigazione alla truffa assicurativa. A suo carico, in seguito alle perqusizioni della sua abitazione, dell'alloggio di servizio e della sua automobile, sono emersi gravi indizi che hanno portato gli inquienti a muovere nuove e pesanti accuse come indebito accesso presso le Banche Dati delle Forze di Polizia, favoreggiamento della prostituzione in concorso e concussione. In particolare, nella vettura del 53enne originario di Bari è stato trovato un CID relativo ad un sinistro stradale, e due carte d’identità straniere risultate essere oggetto di smarrimento. All’interno dell’alloggio di servizio un passaporto italiano, anche questo oggetto di denuncia di smarrimento, diversi stralci di interrogazioni effettuate presso gli archivi in uso alle forze di polizia, fotocopie di documenti d’identità stranieri. Nell'abitazione, invece, sono spuntate delle carte d’imbarco intestate al poliziotto nel periodo in cui si trovava assente dal lavoro per malattia nonché un caricatore per calibro 9 Parabellum privo di matricola, diversi proiettili sempre calibro 9 Luger ed uno ed anche un proiettile calibro 308 Winchester.

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