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Cronaca

Libera professionista del sesso, arriva la stangata di Equitalia

La lucciola, finita nel mirino del fisco, costretta a pagare le tasse arretrate per i proventi del mestiere più vecchio del mondo

Una vita passata sui marciapiedi di Rimini, in attesa dei clienti, le aveva permesso di ragranellare dopo 30 anni di attività un tesoretto da 25mila euro gelosamente custodito in banca. Peccato che, per la lucciola straniera, è arrivata la stangata del Fisco italiano che ha voluto vederci chiaro sui suoi incassi mai dichiarati ai fini delle tasse. Tutto era iniziato con un accertamento dell'Agenzia delle Entrate nei confronti della donna, ultracinquantenne, ricostruendo il suo giro d'affari attraverso gli estratti conto e, basandosi su una sentenza della Corte di Cassazione, presentò alla lucciola un conto finale di quasi 24mila euro tra Irpef, addizionali varie, Iva, contributi Inps e sanzioni varie. Una vera e propria mazzata per la lucciola che, al momento, tirerebbe avanti solo grazie ai suoi storici clienti che, nel frattempo, sono invecchiati con lei.

Assistita dal suo legale, la prostituta in un primo momento aveva deciso di non pagare e di presentare ricorso e chiedere una sospensiva che, però, le è stata negata. La donna, quindi, doveva pagare un terzo della somma contestata dall’Agenzia delle Entrate. Inizia ad arrivare così una pioggia di cartelle di Equitalia dove, come se non bastasse, le vengono contestati anche i mancati pagamenti del Canone della Rai. Vista la situazione, la lucciola ha quindi deciso di patteggiare e chiedere all'agenzia di riscossione di poter pagare a rate.

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