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Cronaca

"Vendeva" i morti all'impresario delle pompe funebri, necroforo indagato

La "compravendita" di persone appena decedute avveniva nel più totale cinismo, in cambio soldi, favori e cappelletti appena fatti

Un necroforo dell'ospedale "Ceccarini" di Riccione, dipendente dell'Ausl, e il titolare di un'agenzia di pompe funebri sono finiti al centro di un'inchiesta dei carabinieri della Perla Verde per una "compravendita" di persone decedute nel nosocomio della Perla Verde. Un sistema ben rodato, quello scoperto dagli inquirenti, scoperto dopo la presentazione di un esposto da parte del titolare di un'altra agenzia di onoranze funebri cittadine. I carabinieri hanno documentato, con intercettazioni e telecamere nascoste, come gli indagati si frequentassero abitualmente e discutessero di "affari" per avvicinare i parenti delle persone appena decedute e accaparrarsi il funerale. Dalle conversazioni telefoniche, inoltre, appare chiaro come, con drammatico cinismo, aspettassero con ansia le ultime ore dei pazienti per piombare sui congiunti a cadavere ancora caldo. In cambio delle segnalazioni, oltre a un giro di denaro e favori, il dipendente dell'Ausl riceveva anche i cappelletti della mamma del titolare dell'agenzia appena fatti. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto per il necroforo sei mesi di sospensione dal lavoro e per il proprietario dell'impresa di onoranze funebri l’obbligo di firma tre volte a settimana alla polizia giudiziaria. Entrambi verranno interrogati martedì prossimo.

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