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Cronaca

“Rimetti in moto l’Africa” al Tuareg Rallye: sport e solidarietà per aiutare i bambini con protesi

I fratelli Maurizio e Stefano Trovanelli all'edizione 2017 dell'appuntamento per far conoscere l'attività dalla Onlus nata per fornire assistenza ai piccoli

Cinque sono i primi bambini individuati, e tre vengono assistiti personalmente dai volontari di Rimetti in Moto L’Africa: Cisse, Saliou e Signate. Cisse ha subìto l’amputazione bilaterale delle gambe dopo essere stato travolto da un camion; incidente simile per Sene Serigne Saliou, a cui è stata amputata la gamba sinistra. Signate Khadidiatou invece è una ragazza che ha perso la gamba sinistra a seguito di un’esplosione di una mina durante la guerra civile in Casamance. I risultati delle protesi sono sorprendenti: ad oggi i tre bambini sono tornati a camminare con risultati oltre ogni aspettativa, ma l’assistenza di cui necessitano continua in quanto le protesi vanno modificate in funzione della crescita. Ciò comporta che questi pazienti tornino regolarmente al Centro Ortopedico RTM di Budrio, ma anche che vengano assistiti in tutte le fasi dell’assistenza prima, durante e dopo l’inserimento della protesi.

“Abbiamo collaborato con Maurizio e Stefano già in passato, conosciamo la passione che li muove – sottolinea l’assessore allo Sport Gian Luca Brasini – Come Amministrazione cerchiamo il più possibile di dare il sostegno a iniziative consolidate e concrete come queste, dove lo sport si coniuga con la solidarietà. Iniziative e progetti che portano risultati concreti e tangibili. Vogliamo far conoscere questa realtà e sollecitare aziende, privati, fondazioni della nostra città a sostenere Rimetti in moto l’Africa e contribuire alla riuscita delle loro attività”. “Io e mio fratello abbiamo viaggiato tanto in Africa, conosciamo bene quella realtà – sottolinea Maurizio Trovanelli – Per questo mi è venuto spontaneo aiutare quei bambini che vivono il mio stesso problema e che ora possono muoversi con l’ausilio della protesi. Girando il continente abbiamo trovato realtà estreme, drammatiche, davanti alle quali non potevamo rimanere indifferenti. Oltre ad aiutare i bambini che vengono sottoposti all’impianto di protesi, seguendoli prima e dopo l’intervento, cerchiamo anche di risolvere i problemi che si presentano nelle loro comunità di origine, valutiamo le condizioni dell’ambiente in cui vivono”.

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