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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il sindaco revoca le deleghe alla sua vice Gloria Lisi: "Non si può stare con un piede di qua e uno di là"

Difende la candidatura a sindaco di Jamil Sadegholvaad e respinge le critiche mosse dalla sua vice Gloria Lisi: è la presa di posizione del  uscente Andrea Gnassi dopo l'annuncio che Lisi andrà in autonomia alle prossime elezioni

Difende la candidatura a sindaco di Jamil Sadegholvaad e respinge le critiche mosse dalla sua vice Gloria Lisi: è la presa di posizione del  uscente Andrea Gnassi dopo l'annuncio che Lisi andrà in autonomia alle prossime elezioni, delusa - secondo quanto ha spiegato - dalla logica della scelta del candidato sindaco che prevede il ticket con Chiara Bellini come vice-sindaco, quest'ultima come espressione della parte del Pd che sosteneva la candidatura di Emma Petitti. Gnassi, al termine di una lunga lunga lettera annuncia che “le procedure previste per la revoca delle deleghe (non essendo state riconsegnate) sono attivate da oggi. La riassegnazione delle stesse avverrà nell’ambito dell’attuale Giunta”. A Gloria Lisi quindi vengono revocate le deleghe.

Il sindaco ringrazia Gloria Lisi: “Ricambio con affetto e gratitudine i ringraziamenti per i 10 anni di lavoro nell'amministrazione comunale da parte di Gloria Lisi. Gloria ha contribuito in modo importante a questo lavoro e a questo cammino”. “Quando si termina un ciclo così intenso, duro e pieno, è chiaro che ti ritrovi dentro, anche nell’anima, tutto. Gioie, ferite, domande. Anche sul “che farai?”. Ma quello che abbiamo seminato l’abbiamo portato avanti non per garantirci dopo un ruolo o una ricompensa, pretenderlo o ritenerlo perfino dovuto. L’abbiamo fatto perché a Rimini, in queste decennio, servivano scelte radicali. Base di ogni futuro da qui ai prossimi anni”. 

Analizza Gnassi: “La candidatura a sindaco di Gloria, stando a quanto da lei pubblicamente affermato, si basa su due punti essenziali. Il primo punto è una denuncia di logiche autoreferenziali interna ai partiti e al partito di maggioranza della coalizione. Il secondo, la necessità di cambiamento. Sul primo punto è vero che, in un contesto generale e particolare, logiche degenerate di partito e di corrente legittimano i cittadini a diffidare della politica. Le abbiamo denunciate. Le denunceremo. Ma esse si contrastano battendosi per e con una idea di città, una visione concreta di futuro e il lavoro concreto per la sua traduzione in fatti reali. Rimini è cambiata anche per questo. E ancora, anziché assecondare correnti o interessi di gruppi, è indispensabile il lavoro per costruire una colazione ampia e solida, con una candidatura forte e la più capace di fare sintesi di contributi programmatici diversi. In questo modo è e diventa fatto politico e non individuale”. 

“Il fatto che oggi tutta la coalizione, le liste civiche e il PD (con la capacità di trovare un contributo anche da espressioni civiche) abbiano trovato convergenza su Jamil, sul lavoro fatto in questi 10 anni come base solida e su elaborazioni programmatiche per una sfida nuova, è appunto un fatto politico, un valore di comunità. Non è un fatto personale. E proprio Jamil anche con la sua storia globale e riminese insieme, il suo parlare quattro lingue, i suoi 10 anni di pancia a terra nei quartieri, nei problemi e nelle soluzioni, è e sarà la risposta riminese forte per i riminesi”. 

“Sul secondo punto, la necessità di cambiamento. Vero. Scontato. Ma i cambiamenti riguardano tutti. Il pianeta, Draghi, Biden, l’Europa, Viserba e Miramare e il forese, la Regione e Bonaccini, tutti noi, gli ospedali e le scuole. La via più banale e più usata per ritagliarsi un protagonismo e un ruolo (per se stessi o un gruppo e anche per una corrente di partito) è quella di sentenziare: 'tutto cambia, bisogna cambiare, per questo servo io o il mio gruppo'. Quando poi questa richiesta di 'cambiare tutti, ma gli altri' viene da chi ha ruoli politico-istituzionali consolidati, beh, la strumentalità è evidente e intuibile per chiunque”. 

“Se poi si denunciano degenerazioni correntizie nei partiti (e nel PD), chiusure e autoreferenzialità, non si possono usare gli stessi argomenti  del “tutto cambia, ci voglio io o il mio gruppo” usati proprio da correnti e gruppi per ritagliarsi uno spazio. Non si può non vedere che il dibattito duro nel PD ha avuto il merito di leggere i tempi del Covid, l’impossibilità a Rimini di fare primarie serie, larghe, partecipate, e, infine, di convergere su Jamil e proporre altri contributi e personalità (compresa Chiara Bellini) alla coalizione e alla Città. Oggi Jamil è il candidato con il segno di questi 10 anni e con la capacità di allargare e saper cogliere le istanze più serie per i cambiamenti che ci saranno. 

!In questo scenario difficile, anche a Rimini, dove il centrodestra è disperso e senza idee, la coalizione di centrosinistra ha fatto, nonostante tutto, un suo lungo lavoro, con confronti e discussioni. Anche dure.  E' in questo ampio e complicato ma “fin troppo trasparente” percorso di confronto della coalizione, che nasce solida la convergenza sulla candidatura ritenuta la più giusta per Rimini: quella di Jamil. Tutti e anche Gloria siamo stati dentro questo percorso. E se un percorso unitario e largo, anche con punti problematici e criticità, non coincide con una aspettativa, legittima, ma personale, quel percorso lo si rafforza con un contributo forte e per il bene della città. Non si prova a colpirlo con una avventura solitaria”. 

Ed infine: “La scelta di Gloria di candidarsi autonomamente a Sindaco senza coinvolgere, condividere e neppure informare altre parti di istituzioni, Sindaco, colleghi e assessori della Giunta comunale, consiglieri comunali, la sua scelta di candidarsi in opposizione alle forze politiche e alla coalizione di centrosinistra che sostengono sia la Giunta oggi e che fortemente condividono la candidatura di Jamil a Sindaco, è una scelta legittima, ma anche consapevole della rottura del rapporto politico che crea. Perché delle istituzioni si fa parte in relazione ad un mandato politico ricevuto e non a titolo personale”.   

“Con sofferenza e a malincuore - e lo dico sinceramente - faccio gli auguri di buona fortuna a Gloria, i ringraziamenti per il lavoro e il cammino fatto (che forse almeno per me e altri è diventato amicizia). Le istituzioni, però sia chiaro, vengono prima di tutto e agiscono per il bene di tutti con chiarezza, responsabilità e su mandato collettivo. Stare in un Governo nazionale, regionale e in un Comune con un piede dentro e uno fuori e proiettato da altre parti è, questa sì, una classica situazione italiana (questa sì, “vecchia come un secolo”), che anche Rimini ha già vissuto in passato. E che noi, Gloria compresa in questi 10 anni, per chiarezza verso i riminesi e responsabilità, non abbiamo mai accettato". 

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