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Cronaca Lagomaggio / Viale Ugo Bassi, 5

'C'è una società interessata alla nuova Questura ma al Comune non interessa'

Clamorosa svolta sul futuro dell'immobile in via Bassi. Il liquidatore Mosconi: 'i soldi sono già pronti ma l'Amministrazione ha disertato l'incontro'

L'immobile di via Bassi è sempre lì, abbandonato a sè stesso da anni e completamente in balìa del degrado e degli atti vandalici. Solo grazie alla disponibilità dell'associazione Ludico Sportiva Dilettantistica 'Guerrieri per Gioco', negli ultimi tempi la situazione ha visto un lieve miglioramento con gli sbandati che hanno abbandonato gli stanzoni e i corridoi vuoti. Ma, adesso, le rivelazioni del liquidatore della Da.Ma., la società che ha costruito lo stabile, gettano nuove luci su come l'Amministrazione comunale abbia gestito in maniera poco lungimirante la realizzazione della nuova Questura. "Nel 2008 l'immobile era praticamente finito - spiega Guerrino Mosconi - e il Comune avrebbe già potuto, secondo il contratto stipulato con Damerini, prendere possesso dello stabile ma sono subito iniziati dei problemi che, dopo 10 anni, hanno ridotto il cortile interno un acquitrino e gli interni il bivacco di sbandati". 

"Quando - prosegue Mosconi - 7 anni fa la Da.Ma. aveva consegnato all'Amministrazione di Rimini il certificato di collaudo, era sorto un contenzioso tra la ditta, il Comune e il Ministero degli interni per delle piccole inadeguatezze bloccando così l'iter che avrebbe permesso al personale della polizia di Stato di entrare nell'edificio. E' stato a questo punto che il Comune ha rescisso il contratto originale, chiamandosi fuori dalla trattativa e bloccando il motore immobiliare promesso a Damerini che, a sua volta, aveva iniziato a trattare personalmente col Ministero. E' completamente fuorviante la storia, circolata negli ultimi 10 anni, che vedeva Damerini accusato di pretendere un affitto esoso per lo stabile. L'accordo, all'epoca, era di 3,2 milioni di euro ma, quei soldi, non sarebbero stati intascati dall'imprenditore. L'affitto, infatti, sarebbe finito nelle casse del Comune perchè, secondo l'accordo, Damerini sarebbe stato ripagato col motore immobiliare da 15mila metri quadrati".

"Da quando, a dicembre dello scorso anno, sono stato chiamato come liquidatore della Da.Ma. - aggiunge Mosconi - mi sono dato da fare per cercare di risolvere questa questione e di mettere in sicurezza l'edificio. Adesso saremmo anche riusciti a trovare una cordata di imprenditori italiani, con base a Londra, interessati alla struttura. L'accordo sarebbe sempre quello originale stipulato dal Comune con Damerini. Gli imprenditori sono pronti a mettere sul tavolo 10 milioni di euro per ristrutturare l'edificio più una fidejussione di altri 10 milioni a garanzia e, in cambio, chiedono lo sblocco della lottizzazione mentre, come prima, il canone di affitto della nuova Questura finirebbe nelle casse comunali. Peccato che, dopo tutto questo tempo, il Ministero adesso offrirebbe un affitto da meno di 1 milione di euro".

"Secondo le nostre stime - conclude Mosconi - dal momento del via libera, in appena 7 mesi gli imprenditori interessati sarebbero in grado di garantire la piena funzionalità dell'edificio. Abbiamo più volte cercato di spiegare l'opportunità al Comune ma, tutte le volte, ci siamo dovuti scontrare con un muro. Dell'esistenza della cordata di imprenditori è a conoscenza anche il Prefetto di Rimini, Claudio Palomba, che prima di lasciare l'incarico ha tentato di organizzare un incontro con tutte le parti interessate ma, da palazzo Garampi, non è arrivato nessun riscontro e nessun funzionario, nè tantomeno il sindaco Gnassi, si sono presentati all'appuntamento".

A stretto giro di posta è arrivata la replica del Comune di Rimini che, tuttavia, smentisce a gran voce quanto dichiarato dal liquidatore, Guerrino Mosconi, annunciando anche querele. "Sulla vicenda Questura purtroppo, più delle fantasiose ricostruzioni del passato da parte del liquidatore Mosconi, non parlano solo le rassegne stampa degli ultimi 10 anni ma soprattutto gli atti ufficiali scrive palazzo Garampi in una nota stampa. E cioè una convenzione annullata nel 2010 dal Comune per la totale inadempienza del privato. Un annullamento confermato da due gradi di giudizio che hanno visto rigettare entrambi i ricorsi di Da.Ma.. A questo si aggiungono, come atti ufficiali, la causa ancora in corso circa una richiesta danni di 10 milioni di euro avanzata dal Comune a Dama per l'evidente danno apportato alla comunità riminese dal comportamento del privato; una morosità di circa 7 milioni di euro per mancato versamento dell'Imu sull'immobile e, buon ultimo, il pagamento di 10 mila euro per l'intervento coatto di pulizia sull'edificio lasciato colpevolmente nel degrado dalla proprietà e senza alcun riscontro dal curatore Mosconi".

"Questo per il passato - prosegue il comunicato stampa. - Per il presente si precisa che in relazione ad incontri con non meglio precisati gruppi e società italiani e/o con sede all’estero di cui non si conoscono né nomi né profili, non è giunta ad alcun ufficio comunale alcuna richiesta d'incontro dalla curatela. Pertanto le dichiarazioni rilasciate quest'oggi dal curatore Mosconi non solo sono prive di qualunque fondamento, in piena linea con quelle rilasciate sul passato, ma siccome hanno il solo obiettivo di gettare ombre sull'Amministrazione Comunale, verranno sottoposte alla valutazione degli organi deputati per l'evidente profilo diffamatorio presente in esse. Sulla vicenda l'Amministrazione Comunale ha tenuto doverosamente relazioni fin dall’inizio con il Ministero dell’Interno e poi  sempre con la Prefettura, nella persona del Sig. Prefetto. Prefettura sede istituzionale propria per la questione della nuova questura e sede propria per valutare
azioni e iniziative con il coordinamento del Prefetto stesso
".

"Appare sempre più evidente conclude la nota - che se prima la situazione era complicata, ad oggi la situazione non è assolutamente migliorata. C’è bisogno che tutti facciano bene e rigorosamente il proprio lavoro. A questo punto, alzare polveroni appare un classico all’italiana per tentare di nascondere di chi sono le responsabilità vere. Se oggi si discute ancora di una possibile soluzione per i locali di via Bassi (e quindi anche per i creditori della Da.Ma.) e non ci si è rivolti verso altri edifici con il rischio appunto che l’immobile di via Bassi rimanesse un insopportabile danno per i riminesi, è grazie alla fermezza dell’Amministrazione e alle iniziative del Prefetto. Pare ora il caso che anche il liquidatore Mosconi cominci a fare il suo lavoro presentando il piano di liquidazione invece di perdere tempo con improbabili ricostruzioni della vicenda; ricostruzioni le quali si sciolgono come neve al sole una volta letti, anche con approssimazione, gli atti amministrativi e giudiziari che riguardano l'intera vicenda".

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