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Cronaca

Spacciava ai minorenni e fuori dai centri di recupero per tossicodipendenti

L'indagine dei carabinieri di Rimini ha permesso di arrestare tre persone che avevano messo in piedi un vasto giro di stupefacenti

I suoi clienti erano molto vari, dai ragazzini ai professionisti, e non disdegnava di prendere appuntamenti fuori dai centri di recupero per tossicodipendenti del riminese per vendere loro la droga. Si è conclusa con un paio di manette la carriera di Patrizio Federico, napoletano 49enne residente a Rimini e vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, arrestato dai carabinieri insieme a due complici. L'inchiesta dell'Arma era partita nell'ottobre del 2015, documentando una lunga serie di cessioni di marijuana, hashish e cocaina, ma nell'aprile dello scorso anno, il 49enne era stato arrestato dalla polizia di Stato in flagranza. In quella occasione, i carabinieri avevano avvertito i colleghi della squadra Mobile permettendo così di scoprire un garage, a Torre Pedrera, quasi 10 chili di stupefacenti vari.

In manette il pusher delle comunità di recupero

E' a questo punto che entrano in scena i complici del napoletano, Fernanda Troccoli e Adriano Bertino, entambi residenti a Trento dove il Federico, in passato, aveva la sua rete di spaccio prima di trasferirsi a Rimini. La 35enne e il 69enne, secondo quanto emerso dall'indagine dei carabinieri, si occupavano di rifornire il 49enne in Riviera e, appena avevano scoperto del suo arresto, si erano precipitati nel garage di Torre Pedrera nel tentativo di recuperare la droga. Al termine dell'inchiesta, il gip ha emesso per i tre un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Mentre Federico si trova già ai "Casetti", in seguito all'arresto in flagranza della polizia di Stato, i suoi complici sono stati ammanettati nella mattinata di mercoledì a Trento.

Le indagini dei carabinieri hanno potuto accertare una lunga serie di episodi di spaccio messi a punto dal 49enne che, oltretutto, non disdegnava di appostarsi nei centri di recupero riminese, come San Patrignano o quelli gistiti dalla Papa Giovanni XXIII, per consegnare le dosi ai tossici che cercavano di disintossicarsi. In una occasione, i militari dell'Arma hanno documentato come una madre riminese avesse affidato alla figlia 17enne il compito di rifornirsi di hashish da Federico per suo conto. Il 49enne deve rispondere anche di estorsione in quanto, in caso di mancato pagamento delle dosi, non esitava a minacciare i debitori spiegando loro di possedere una pistola e di non avere timore nell'usarla. Prima dell'arresto, ad aprile, Federico aveva affidato a una sua conoscente una cassetta di sicurezza. Individuata e sequestrata dai carabinieri, una volta aperta è risultata contenere 56.600 euro in contanti.

Nel corso degli arresti dei due complici, avvenuti mercoledì mattina a Trento, i carabinieri hanno perquisito l'abitazione della coppia trovando 50 grammi di hashish, 1 grammi di marijuana, un involucro contenente semi di canapa indiana, 2590 euro in contanti, 8 telefoni cellulari con le relative sim e una serie di documenti nei quali Fernanda Troccoli e Adriano Bertino avevano registrato le varie cessioni di droga e i crediti pendenti con gli acquirenti.

LA NOTA DI SAN PATRIGNANO - La comunità di San Patrignano tiene a precisare "che la notizia non riguarda assolutamente nessuno dei ragazzi il cui percorso è garantito, né tantomeno degli educatori. La comunità, già a conoscenza del problema, è prontamente intervenuta nei mesi scorsi in aiuto della persona interessata, comprendendo il suo momento di cedimento e sostenendola nel trovare una soluzione al disagio. Purtroppo sappiamo bene quanto il problema della tossicodipendenza oggigiorno sia trasversale e non risparmi nessuno. Ciò che fa la differenza in casi di questo tipo è l‘attenzione e l’intervento immediato, per evitare che uno o più episodi di debolezza si trasformino in un problema cronico". San Patrignano tiene infine "a ringraziare le forze dell’ordine per le indagini, la scoperta e l’arresto dello spacciatore che si era avvicinato alla nostra struttura". 

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